Sub travolto dalla corrente nel fiume Oglio, aggrappato per un’ora a un pilone: salvo
Cividate, sommozzatore del paese, 51 anni, salvato dai vigili del fuoco di Palazzolo. Si è immerso nella zona del santuario Campi Veri, poi è stato sorpreso dalla corrente. È riuscito ad attaccarsi a uno dei piloni della diga.
È rimasto aggrappato per quasi un’ora ad un pilone di una diga sul fiume Oglio e poi è stato salvato dai pompieri. L’incredibile storia, che fortunatamente ha avuto il migliore dei lieti fini, giunge da Cividate al Piano, dove un sub 51enne è stato ripescato sano e salvo dopo un’immersione che si stava rivelando drammatica. L’episodio ha avuto luogo a partire dalle 14,45 circa, quando il cividatese, classe 1969, si è recato nella zona del Santuario Campi Veri, un edificio religioso tra i più noti della zona, che si staglia sulla riva del fiume Oglio. Considerata un’oasi di tranquillità, la zona è caratterizzata da una pista ciclopedonale e soprattutto da uno sbarramento sul corso d’acqua, che dall’altra sponda fa partire un canale irriguo che poi va a bagnare le campagne della Bassa Bresciana. Il sommozzatore, ben equipaggiato e con l’apposita tuta da sub, si è immerso nelle acque che qui sono silenti e sembrano docili, ma mentre attraversava il fiume fino alla sponda bresciana qualcosa è andato storto.
Sebbene sia ancora imprecisata la difficoltà incontrata durante il suo percorso (cosa che è al vaglio delle forze dell’ordine), l’unica certezza è che a un certo punto il 51enne ha capito, anche con l’uso dell’istinto, che l’unica cosa da fare per non essere trascinato dalla corrente sarebbe stata aggrapparsi a uno dei piloni della diga e non lasciarlo finché qualcuno non avrebbe chiamato i soccorsi. La zona è infatti spesso attraversata da camminatori, ma soprattutto nel fine settimana. Ieri, che era martedì, ci sono voluti più di tre quarti d’ora prima che qualche passante si accorgesse della situazione del sub cividatese, che nel frattempo cercava di gridare aiuto con tutte le forze che gli erano rimaste.
Un uomo sulla sponda bresciana ha estratto dalla tasca il telefonino e ha chiamato il 112, segnalando come luogo di ritrovo del sub via Maglio a Pontoglio, una stretta strada che si dipana tra le campagne al confine con Urago d’Oglio. Sulla sponda bresciana è giunta un’automedica uscita dall’ospedale Mellini di Chiari, mentre sulla sponda bergamasca è giunto un mezzo dei Vigili del fuoco di Palazzolo sull’Oglio, che si sono poi rivelati gli eroi di questa vicenda.
I pompieri volontari palazzolesi sono riusciti a raggiungere il pilone della diga a cui il cividatese si era aggrappato, dando prova di forza fisica e anche di un istintivo attaccamento alla vita. Prelevato dai Vigili del fuoco, l’uomo è stato poi messo in salvo sulla sponda pontogliese, appena al di là di un muretto che delimita la proprietà di un cascinale. Per questo motivo, per quanto riguarda le forze dell’ordine sono stati coinvolti sia i Carabinieri di Chiari per la parte bresciana – dove ufficialmente si è svolto il salvataggio - sia quelli di Martinengo per quella bergamasca.
L’ambulanza giunta col medico per valutare le condizioni del sub non l’ha nemmeno trasportato in ospedale. Completamente illeso, ma con un grande spavento che è durato quasi un’ora, il pur esperto cividatese, ha incontrato un brutto cliente, il fiume Oglio, che purtroppo non è affatto nuovo a tragedie e che presenta alcuni punti molto difficili da gestire per chi si immerge nelle sue acque.
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