Spaccio «drive in» nei sottopassi Brebemi
Giro di vite dell’Arma, blitz con l’elicottero
Nelle «terre di nessuno» le basi dei pusher: già 4 arresti in pochi giorni. I contatti sempre via telefono. Poi la compravendita di cocaina ed eroina in auto. Le segnalazioni dei residenti ad amministratori e carabinieri.
Come i «drive in» dei fast food. Non si deve nemmeno scendere dall’auto: ordinata la «merce» via telefono, si arriva in macchina, si abbassa il finestrino, si paga, si ritira e si riparte. Fosse una pratica legale, avrebbero già inventato l’app. Ma qui, nelle campagne della Bassa, dove un tempo soltanto le strade sterrate, interminabili, dividevano campi immensi e colorati, quello che si vende è ben altro: droga. E non il fumo, l’hashish o la marijuana. Bensì cocaina ed eroina. Così il livello degli acquirenti è più «alto»: professionisti, imprenditori, commercianti. Al volante di belle auto raggiungono alcuni dei sottopassi dell’autostrada Brebemi trasformati dai pusher nelle loro basi dello spaccio: ben nascosti sotto il cemento, con la vegetazione tutt’intorno a coprire l’eventuale fuga, in un luogo preciso da riferire al compratore.
Un fenomeno che è andato crescendo negli anni è che non è passato inosservato a chi vive più vicino a queste «terre di nessuno», dove l’autostrada ha talvolta insindacabilmente diviso in due proprietà terriere o anche cascinali, ora collegati solo attraverso anguste strade sotterranee, spesso usate solo da chi vive nelle cascine: strade alcune volte private, come indicano dei cartelli all’imbocco dei sottopassi. Le segnalazioni sono arrivate agli amministratori locali e ai carabinieri, che ormai regolarmente organizzano blitz lì sotto. In una settimana sono già stati arrestati quattro pusher, tra l’altro durante rocambolesche operazioni, con l’elicottero dotato di termocamera, una telecamera che rileva il calore e individua le persone anche nel buio assoluto e durante fughe con inseguimenti tra i campi. I controlli sono ormai quotidiani. Risale a una settimana fa l’ultimo servizio dei carabinieri della compagnia di Treviglio e della stazione di Romano di Lombardia che ha portato a due arresti. All’altezza di Barbata da giorni veniva registrato un sospetto viavai di automobili: meta appunto un sottopasso dell’A35, ben nascosto e di scarso utilizzo. In manette sono finiti due marocchini di 25 e 29 anni, senza fissa dimora. Addosso avevano 30 grammi di cocaina, un bilancino per pesare le dosi da vendere e 200 euro corrispondenti a quanto già incassato prima dell’arrivo dei carabinieri.
Ancor più articolato quanto avvenuto una settimana prima, la sera del 6 novembre: in questo caso il blitz è scattato in un sottopasso tra Antegnate e Covo dove, nei giorni precedenti, i militari dell’Arma avevano intercettato e fermato diversi assuntori di droga e sequestrate varie dosi di eroina e cocaina per uso personale. I carabinieri hanno voluto così stroncare anche questa «piazza nascosta» dello spaccio, organizzando un’operazione in grande stile, con tanto di elicottero del nucleo dell’Arma di Orio al Serio che monitorava dall’alto ogni spostamento e, un po’ come nei film, la zona attorno al sottopasso «cinturata» dai militari. Due marocchini, di 27 e 29 anni, hanno tentato la fuga, ma lo spiegamento di forze ha portato al loro arresto. Benché fosse già buio e i due, lasciato il sottopasso, scappassero nei campi completamente avvolti dalle tenebre, la termocamera dall’elicottero li ha seguiti e i militari a terra li hanno raggiunti, non senza un certo stupore da parte dei due pusher, che pensavano di farla franca. Addosso avevano 48 grammi di eroina e bustine per confezionarla. Di fatto i vari sottopassi, più o meno nascosti, sono stati ormai mappati dall’Arma, grazie alle segnalazioni, e i diversi «drive in» sembrano ormai avere i giorni contati.
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