Sisma in Turchia, un giovane di Urgnano a Gaziantep: «È stato terribile»
La testimonianza. Marco Togni, 26 anni, di Urgnano, è in viaggio in bici verso la Thailandia. «Vedo distruzione ma anche aiuti».
«È stato davvero terribile. Alle 4 della notte mi sono svegliato di soprassalto perché tremava tutto tantissimo. Ho avuto giusto due minuti per vestirmi e, visto che per fortuna il palazzo dove mi trovavo io non è crollato, sono scappato fuori». Marco Togni, bergamasco di Urgnano, ha 26 anni e la scorsa estate ha deciso di lasciare il lavoro di autista e magazziniere in una ditta di Seriate per vivere il suo sogno: raggiungere la Thailandia in sella alla sua bicicletta, che lui chiama amichevolmente «Gianna». L’altra notte si trovava nella Turchia travolta dal terremoto. Mentre racconta quei drammatici momenti è in un parchetto di Gaziantep, città di due milioni di abitanti nell’Anatolia sud-orientale. In pratica a 7 chilometri dall’epicentro del sisma: «Mi sto riparando dalla pioggia sotto un albero e qui davanti a me c’è un fuoco acceso», racconta ancora incredulo. Dopo la paura della prima, violentissima scossa notturna, Marco ha assistito a tante scene di dolore, ma anche a tanta solidarietà.
E lui stesso si è rimboccato le maniche per dare una mano: «Il Comune ha messo a disposizione di chi è rimasto senza casa dei palazzi che sono sicuri contro i terremoti e in uno di questi oggi stavano distribuendo cibo e coperte per gli anziani. Mi è sembrato del tutto normale fermarmi e dare una mano ai tanti volontari». I momenti più drammatici sono stati quelli successivi alla prima scossa notturna: «Siamo scappati tutti in strada, sotto la neve e la pioggia. E lì siamo rimasti per cinque, lunghe ore, in attesa che la situazione migliorasse. Le strade erano un vero delirio, in tanti cercavano comunque di aiutare gli altri: sono stati accesi tanti fuochi e preparato delle tende. Ho visto tantissima gente che piangeva, che si abbracciava, che urlava, che si disperava: è stato molto toccante». La situazione si è poi cristallizzata: «Ho girato per la città e il castello è praticamente distrutto, mentre una moschea era quasi completamente crollata», prosegue Marco Togni.
Nella tarda mattinata la seconda forte scossa e ancora tanta paura: «Mi trovavo alla stazione degli autobus perché stavo cercando un modo per andarmene da qui, come del resto tantissima altra gente. La scena è stata tremenda: tutti hanno cominciato a gridare, a correre e a scappare fuori dalla stazione». Poi di nuovo la cala tra le macerie: «Ha quindi iniziato a girare la voce dell’arrivo di un’altra forte scossa per la prossima notte: per questo ho visto tante persone caricare le valigie sulle loro auto per partire. Purtroppo ci sono tantissime vittime e tanti dispersi. Tutto il giorno si sono rincorse le sirene di ambulanze, polizia e vigili del fuoco. Spero davvero che la situazione possa migliorare al più presto, anche perché alla stazione ci hanno detto che tutti gli autobus sono stati sospesi per via dello stato di emergenza».
Conclude Marco: «Non so nemmeno io di preciso cosa fare e come comportarmi per la prossima notte, perché ho paura di pensare di dormire all’interno di un edificio visto il rischio di un’altra possibile scossa. In tanti mi hanno scritto o chiamato dall’Italia e questo mi ha dato un po’ di conforto. Qui attorno c’è davvero tanta gente che non ha più la casa e non ha più nulla».
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