Si schianta in moto vicino casa
Tragedia a Fara, 54enne muore sul colpo

Michele Capodivento, 54 anni, stava rincasando quando ha perso il controllo del suo scooterone. Vani i soccorsi del 118. Rientrava dal pranzo a Cassano a casa del padre.

Era oramai quasi arrivato a casa quando, per cause ancora in fase di accertamento, ieri pomeriggio è finito con il suo scooterone contro il cordolo della pista ciclopedonale che, a Fara d’Adda, costeggia la via Crespi (la provinciale 184 bis), perdendo poi il controllo del mezzo, un modello Honda 400, e cadendo violentemente a terra.

Per Michele Capodivento, 54 anni, che abitava in paese, non c’è stato più nulla da fare: per le ferite riportate nell’incidente è morto sul colpo. Il personale sanitario del 118 arrivato poco dopo sul posto non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Il cinquantaquattrenne, che lavorava in un’azienda di traslochi, a mezzogiorno si era recato a Cassano d’Adda a pranzo del padre per accertarsi delle sue condizioni di salute. Dopodiché aveva sbrigato delle commissioni in zona.

Intorno alle 16,15 aveva quindi deciso di tornare a casa in sella al suo scooter: l’uomo abitava insieme alla moglie Monica Santinelli in via Crespi al civico 95. L’incidente che gli è costato la vita è avvenuto all’altezza dell’incrocio con la traversa che porta al civico 836 della stessa via. La dinamica di quanto accaduto è ancora in fase di ricostruzione da parte dei carabinieri della compagnia di Treviglio che hanno effettuato i rilievi. Secondo una prima ipotesi, il cinquantaquattrenne potrebbe essere stato ingannato dalla leggera curva che la via Crespi compie all’ingresso dell’abitato di Fara. A quel punto è finito contro il cordolo della laterale pista ciclopedonale, sul quale è rimasta evidente una strisciata di alcuni metri.

Probabilmente è riuscito per alcuni istanti a rimanere in equilibrio, ma poi non c’è l’ha fatta ed è caduto a terra, andando a sbattere contro il cordolo, che riparte una volta superata la traversa che porta al civico 836. Lo scooter è invece finito sulla corsia opposta, dove in quel momento non stava arrivando nessun altro mezzo. I rumori della caduta, «una strisciata e poi un tonfo molto forti», sono stati sentiti da alcuni residenti nelle abitazioni vicine. Quando sono scesi in strada, hanno visto il corpo del cinquantaquattrenne riverso sull’aiuola verde che separa la pista ciclopedonale dalla carreggiata: «Sono andato subito a sincerarmi delle sue condizioni – afferma uno di loro – e non dava alcun segno di vita. Così ho subito chiamato le forze dell’ordine, mentre un altro passante arrivato in quel momento ha chiamato l’ambulanza. Dopodiché mi sono messo a fermare il traffico perché temevo che potesse succedere qualcosa d’altro».

La via Crespi, per consentire i rilievi dell’incidente, è rimasta chiusa per circa tre ore. Straziante è stato il momento in cui sul luogo della tragedia sono arrivati la sorella e il padre del cinquantaquattrenne. «Mio fratello guida la moto da quando aveva 17 anni – ha raccontato poi in lacrime la sorella –: non capiamo proprio come sia potuta accadere una cosa simile. Ora però dobbiamo solo pensare a dargli una degna sepoltura». Dopo il nullaosta della magistratura (non essendoci dubbi sulle cause dell’incidente), la salma di Michele Capodivento è stata poi composta nell’abitazione in cui viveva con la moglie e dove è stata allestita la camera ardente. La data dei funerali non è ancora stata fissata.

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