Schianto di Borgo Palazzo: «Marco, un ragazzo solare e pieno di vita»

IL DRAMMA. Marco Moioli, residente a Seriate, ha perso la vita nello scontro tra il suo scooter e una Panda. Il giovane stava andando al funerale di un parente a Treviolo. Il papà lo chiamava inutilmente sul cellulare.

«Marco era un ragazzo solare, pieno di vita», dice Rossana Spreafico, mamma di Marco Moioli, che gli amici chiamavano «il Moio», deceduto lunedì mattina in via Borgo Palazzo a seguito di un scontro frontale del suo scooter Tmax con una Panda guidata da un 86enne di Bergamo. La salma è stata composta alla Casa del commiato di via Dante Alighieri 21 a Seriate, i funerali si svolgeranno domani alle 10.30 nella chiesa di Ognissanti al cimitero di Bergamo.

Con il marito Pierangelo Moioli, Rossana abita a Seriate e con coraggio e umiltà ha affrontato il dramma che le è piombato addosso. Con gentilezza racconta: «Con Melissa, Marco era fidanzato da 9 anni, si volevano tanto bene, erano proprio fatti l’uno per l’altra».

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Era anche molto generoso, aggiunge Rossana Spreafico, «l’altro giorno era scoppiata una lite in strada tra un ragazzo e una ragazza, Marco è intervenuto e ha protetto la ragazza. Anche altra gente era presente, ma soltanto Marco è intervenuto per difenderla. Era fatto così, sempre in soccorso di chi è più debole».

Mio figlio lavorava alla Parmalat di Seriate, dice Pierangelo Moioli, papà di Marco, «aveva venduto da poco la sua moto FZ1 Yamaha per prendere il Tmax. Con Melissa da poco avevano aperto un negozio per animali a Treviglio. Erano entusiasti di questa nuova avventura al punto che la ragazza si era licenziata dal precedente lavoro per dedicarsi completamente a questa nuova attività». Per festeggiare l’apertura di questo negozio, ha proseguito Pierangelo, «settimana scorsa eravamo usciti tutti a cena e aveva voluto offrire lui. Era un’attività in cui lui e Melissa credevano molto».

Stamattina, ha aggiunto il papà di Marco, «alle 10 eravamo al funerale del mio consuocero a Treviolo. Doveva essere presente anche Marco, ma visto che non arrivava, ho cominciato a chiamarlo al cellulare più volte, ma non rispondeva. Ho sentito in ditta e mi hanno detto che aveva timbrato l’uscita alle 9.20. Allora ho capito che era successo qualcosa e sono andato a cercarlo. Sono arrivato fino ad Albano, poi mi ha chiamato Melissa. Piangeva».

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