Sale slot chiuse, boom dell’azzardo online in Bergamasca
La chiusura delle sale slot causa Covid-19 ha causato un «riversamento» dei giocatori d’azzardo, in particolare quelli patologici, sugli analoghi giochi messi a disposizione dalle numerose piattaforme su internet.
Un fenomeno che ha fatto crescere – ritengono gli esperti – anche il «sommerso», ovvero chi è diventato giocatore patologico proprio durante il lockdown. E che ha fatto diminuire, al contempo, i giocatori che si rivolgono alle strutture di sostegno perché si rendono conto di avere un problema di dipendenza.
Ne sa qualcosa, nella Bergamasca, Enrico Coppola, presidente dell’Associazione genitori antidroga, in sigla Aga, di Pontirolo Nuovo, uno dei centri di riferimento della provincia per quanto riguarda il contrasto alle dipendenze patologiche, con un proprio centro residenziale dove sono ospitati anche dei minorenni che stanno seguendo un percorso di uscita dalle dipendenze.
Si è abbassata l’età media
«Purtroppo sì – spiega –: anche in provincia di Bergamo i giocatori che hanno contattato il nostro Smi, ovvero il Servizio multidisciplinare integrato, hanno in qualche modo adeguato i propri comportamenti alle restrizioni Covid-19, di fatto abbandonando le slot machine classiche, perché i locali che le ospitano sono stati e sono chiusi, a favore dei giochi on line, analoghi e fruibili sul computer di casa o sul proprio smartphone. Lo stesso è accaduto, abbiamo verificato, anche per chi era diventato dipendente dall’utilizzo dei gratta e vinci, le lotterie istantanee il cui utilizzo è diminuito inevitabilmente durante il lockdown proprio perché le persone non potevano andare al bar o in tabaccheria ad acquistare i tagliandi».
Così anche loro hanno «sfogato» la propria dipendenza rivolgendosi al digitale. Con una ripercussione importante e significativa, purtroppo negativamente: «Di numeri non ne abbiamo perché il fenomeno è ancora in evoluzione – rileva ancora Coppola –, ma quello che abbiamo riscontrato nell’ultimo anno è stato un calo nelle richieste di aiuto per il gioco d’azzardo patologico».
Ciò non significa che la situazione stia migliorando, anzi. Probabilmente la chiusura forzata in casa ha impedito anche a nuovi giocatori patologici di pensare di rivolgersi a strutture di aiuto, perché chiusi nel loro lockdown e senza la possibilità di contatti esterni. Inoltre la fruizione on line ha avuto come ripercussione un abbassamento dell’età media dei soggetti con dipendenze patologiche, che è scesa sotto i 40 anni, mentre in epoca pre Covid era attestata attorno ai 45 anni.
Contemporaneamente il periodo del Covid ha drasticamente ridotto, se non azzerato, l’attività di prevenzione, a partire dalle scuole, ma anche nelle realtà vicine alle strutture di sostegno. E poi proprio il timore di contagi del virus avrebbe spinto molte persone – ne sono convinti gli esperti – a non chiedere aiuto di persona.
Cresciuto l’abuso di alcol
Nel contempo, inoltre, a Bergamo e provincia si è registrato un aumento di un fenomeno parallelo, pure molto serio: «È purtroppo aumentata la comorbilità, ovvero la presenza di più problematiche patologiche nello stesso soggetto, con l’abuso delle sostanze, in particolare con gli alcolici, questi facili da reperire anche in epoca di chiusure per il coronavirus – rileva ancora il presidente di Aga –. Sicuramente il lavoro che in passato conteneva le dipendenze patologiche da gioco ha peggiorato lo stato psicoemotivo dei soggetti, portando chiari peggioramenti. Meno vita sociale e lavorativa sta creando stress in tutta la popolazione, ma i danni maggiori si rilevano nelle persone più fragili, tra cui appunto i giocatori patologici».
Il fenomeno del «gaming»
Non da ultimo c’è poi da registrare il fenomeno del «gaming», ovvero i giocatori patologici, ma di videogiochi: chi si collega in rete e trascorre ore e ore a giocare con avversari lontani ma reali. Una dipendenza anch’essa, pure aumentata a causa del lockdown, e che riguarda soprattutto il mondo dei giovani, i più vicini anagraficamente all’utilizzo dei videogiochi, che la massiccia richiesta di uso del computer anche per attività scolastiche è parallelamente andata a incrementare.
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