«Roberto mai sopra le righe. Cercava soltanto spiegazioni»
IL RICORDO. L’omicidio di Roberto Guerrisi a Pontirolo, parenti e amici tracciano un profilo dell’uomo freddato sabato pomeriggio a Pontirolo.
«Dopo quanto accaduto sembra una frase fatta, ma Roberto era un uomo buono, sempre disponibile con tutti, amava sopra ogni cosa le sue figlie». Così Roberto Guerrisi, il 42enne di Boltiere ucciso sabato a Pontirolo da un colpo di pistola, viene descritto da una cugina. Sono tanti i famigliari che domenica si sono raccolti nell’abitazione in via Milano dove il defunto abitava con la famiglia.
Omicidio Pontirolo, c’è sgomento e incredulità
Risiedeva da 20 anni a Boltiere, dopo aver vissuto a Verdellino. Negli occhi di tutti c’è sgomento e incredulità per quanto accaduto: «Lui – parla ancora la cugina – voleva solo sapere che cosa fosse accaduto alla figlia dopo che era tornata a casa con il viso tumefatto. Credo che ogni padre si sarebbe comportato come lui. Questo è l’unico motivo per cui si è recato a Pontirolo, non cercava vendetta. Ma perché poi è comparsa una pistola? Perché si è arrivati a tanto?».
Roberto Guerrisi operaio alla Tenaris
Il quarantaduenne viene poi ricordato con un uomo particolarmente dedito al lavoro: era operaio da circa 20 anni alla Dalmine Tenaris. «Era tutto casa lavoro e famiglia – sostiene uno zio –, aveva solo due grandi passioni che erano gli animali e le auto». Proprio la passione per le quattro ruote lo portava spesso a rendersi disponibile per delle riparazioni: «Lui era fatto così – lo ricorda ancora uno zio –, voleva sempre aiutare tutti. Basta dire che una volta, mentre andavamo a un matrimonio, ha visto in strada un coppia con un’auto in panne e, sebbene fosse vestito elegantemente, ha voluto fermarsi ad aiutarli».
L’amore per il cane corso
Grande era poi l’amore per il suo cane corso: «Sono due giorni che il cane lo sta aspettando a casa – rivela un altro zio –. Da sabato ha il muso appoggiato sulle ciabatte del suo padrone in attesa che torni». La notizia della tragica morte di Roberto Guerrisi sabato è subito circolata fra i suoi colleghi di lavoro. Il quarantaduenne lavorava da 20 anni alla Dalmine-Tenaris e da quattro era addetto nel magazzino del reparto acciaieria. Il suo compito era quello della movimentazione merci. «Siamo tutti sotto choc per quanto accaduto – racconta un collega –. Soprattutto per la dinamica. Io da quattro anni lavoro fianco a fianco di Roberto. E in tutto questo tempo non l’ho mai visto sopra le righe, non l’ho mai sentito alzare la voce».
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