Recuperato nell’Adda il corpo di Claudio Togni - Foto
NEL FIUME. Un corpo senza vita è stato notato da un passante nella mattinata di domenica 7 luglio a Fara Gera d’Adda, nelle acque del fiume. Il recupero all’altezza della diga del Retorto, nel territorio di Cassano.
La segnalazione intorno alle 8, sul posto i vigili del fuoco con i soccorsi medici e un elicottero decollato da Bergamo. Dopo il recupero del corpo da parte dei vigili del fuoco, si tratta di Claudio Togni, il tecnico 59enne di Paladina caduto in acqua venerdì 28 giugno, mentre lavorava a Concesa di Trezzo (Milano) sulla diga dell’azienda Italgen.
La corrente del fiume ha portato il corpo del tecnico nella zona dove poi è stato identificato il cadavere: il corpo si è fermato all’altezza della diga del Retorto, nel territorio di Cassano. Poi la salma di Togni è stata trasferita all’obitorio. Sul posto i familiari e i colleghi, nel dolore per il tragico incidente che è costato la vita all’uomo. Presenti i carabinieri della Tenenza di Cassano d’Adda.
Il cordoglio della Italgen
«Con immenso dolore, oggi abbiamo ricevuto la conferma della scomparsa del nostro collega Claudio Togni, caduto nelle acque del fiume Adda nei pressi di Concesa mentre operava sulla diga di sbarramento il 28 giugno scorso - è il comunicato della Italgen -. Nel corso dei suoi 34 anni di servizio, Claudio si è sempre distinto per la sua grande professionalità e le sue immense doti umane, la sua scomparsa lascia in noi un vuoto profondo. In questo difficilissimo momento tutti noi di Italgen ci stringiamo attorno alla sua famiglia, a cui inviamo le nostre più sentite condoglianze, ed ai colleghi che quotidianamente lavoravano con lui».
Proprio nella giornata di sabato 6 luglio i vigili del fuoco avevano effettuato le prime immersioni nel fiume Adda alla ricerca d Togni, ma senza esito: i sommozzatori si erano immersi per la prima volta per effettuare le operazioni che nei giorni precedenti i locali fenomeni di maltempo e la corrente troppo forte del fiume avevano ostacolato.
Sabato le prime immersioni
Nei giorni scorsi i tecnici avevano lavorato nel tentativo di contenere la potenza della corrente: l’acqua era stata fatta uscire dagli sbarramenti e per ridurne la quantità deviata nei canali. Le ricerche di sabato, invece, erano state caratterizzate dalle ispezioni lungo le sponde nella zona di Concesa di Trezzo, dove si è verificato l’incidente: nessun esito dalle immersioni dei sub dei Vigili del fuoco di Milano e del Nucleo sommozzatori volontari di Treviglio, impegnati da mezzogiorno e fino alle 14,30 quando, per il previsto peggioramento delle condizioni atmosferiche, le centrali sono state aperte per far scorrere acqua, inducendo gli operatori a sospendere le ricerche.
L’incidente nove giorni fa
L’episodio che ha avuto come vittima Claudio Togni si è verificato nove giorni fa, alle 8,30, nella diga di proprietà della Italgen di Villa di Serio. Il tecnico di Paladina al momento dell’accaduto era dotato di tutti i necessari dispositivi di protezione individuale: scarpe antinfortunistiche, l’imbragatura con attaccate corde e moschettoni per agganciarsi alla linea vita che corre lungo tutta la lunghezza dello sbarramento. Insieme a due colleghi era impegnato a inserire nella diga i palconcelli, ossia le assi di legno utilizzate per chiudere lo sbarramento. Ed è a quel punto che è caduto nel fiume venendo subito trascinato a valle in un tratto in cui l’acqua forma della rapide fra le rocce per circa 200 metri, fino alla passerella pedonale «Padre Samuele Testa».
Togni lavorava per la Italgen da 34 anni e a quanto si era appreso subito dopo l’accaduto dal personale interno all’azienda, era un lavoratore molto esperto: l’operazione nella quale era impegnato l’aveva svolta senza alcun problema in numerose occasioni.
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