Pontirolo, il dramma di Handrew: «Si è rotta una fistola ed è morto dissanguato»

PONTIROLO NUOVO. Parlano i figli del 69enne trovato senza vita in casa venerdì 3 novembre: aveva una cannula nel braccio per sottoporsi alla dialisi. «Brava persona e lavoratore».

«Da anni nostro padre si sottoponeva alla dialisi in diversi ospedali della zona: Zingonia, Treviglio, Monza o Vimercate, a seconda di dove lo mandavano per le cure. Aveva per questo inserita una fistola fissa nel braccio e di recente gliene era stata innestata un’altra nel collo. L’altro giorno si dev’essere rotta quella al braccio, così è morto dissanguato». A parlare, nell’appartamento al terzo piano di un palazzo di via Matteotti 16, a Pontirolo Nuovo, sono i figli di Handrew Mohamed Sam, l’africano di 69 anni trovato senza vita, in un lago di sangue, nella sua camera da letto, nel primo pomeriggio di venerdì.

A dare l’allarme, attorno alle 15, è stata una donna che lo aiutava in casa: «Era in un lago di sangue, riverso a faccia all’ingiù, già morto», raccontano i figli, Sallieu e Alhassa, di 23 e 20 anni, che vivono in Germania e che sono tornati ieri a Pontirolo.

«Aveva dei problemi di salute da diversi anni e di recente era stato ricoverato per nove giorni in ospedale – proseguono –. Mercoledì era stato dimesso e giovedì si era sottoposto regolarmente alla dialisi: i problemi di salute, partiti dai polmoni, necessitavano ora anche di emodialisi quotidiane. Già diversi anni fa gli era stata dunque inserita questa cannula nel braccio sinistro, durante un ricovero al “San Gerardo” di Monza, mentre più di recente anche un’altra nel collo». La fistola serve per collegare l’apparecchio per la dialisi al corpo. Oltre al 118, il cui medico non ha potuto che constatare il decesso del sessantanovenne, all’appartamento di via Matteotti a Pontirolo erano subito intervenuti anche i carabinieri per chiarire le cause della morte, visto appunto che Handrew Mohamed Sam era stato trovato in un lago di sangue. Sangue non compatibile con le ferite di una semplice caduta a terra, ma appunto probabilmente per la rottura della cannula che aveva nel braccio. Anche se sarà l’autopsia, già disposta dalla Procura e che sarà eseguita nei prossimi giorni all’obitorio dell’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, a chiarire con esattezza le cause dell’improvvisa morte dell’uomo.

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«Terminati gli accertamenti – proseguono i due figli – lo riporteremo in Sierra Leone, dov’era nato, per l’ultimo saluto. Era sì malato, ma non si meritava una morte così. Vogliamo capire cosa sia successo. Nostro padre era una brava persona e un grande lavoratore». Handrew Mohamed Sam lavorava per una ditta di pulizie alla stazione Centrale di Milano, anche se da qualche tempo si stava appunto curando. In Italia da 23 anni, lascia anche una bambina di cinque anni, che vive con la madre in Germania.

Da sei mesi si era trasferito a Pontirolo, mentre in passato aveva abitato a Trezzo sul’Adda e, appena giunto nel nostro Paese, per un periodo a Roma. Handrew Mohamed Sam si era sottoposto alla regolare dialisi anche nella giornata di giovedì. Lo stesso avrebbe dovuto fare anche venerdì: aveva appuntamento alle 13, ma non si era presentato perché a quell’ora era probabilmente già morto.

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