Pizza e solidarietà a Torre Pallavicina
Non molla l’ostello in riva al fiume Oglio
Lorenzo ed Elena l’avevano preso in gestione dal Parco l’8 febbraio: poi la pandemia. «Per fortuna avevamo investito nel forno»
Lockdown, chiusure, strette natalizie e norme anti-contagio da rispettare, che hanno portato una diminuzione di capienza e di affluenza.
È stato sicuramente un anno molto difficile per le attività commerciali, per chi lavora nella ristorazione e nel campo della ricettività. Una situazione che per qualcuno è risultata ancora più complicata per diversi motivi. Come, ad esempio, è successo a Lorenzo Di Schiena e Elena Albarello che, insieme a loro figlio, Samuele Di Schiena, gestiscono l’Ostello Molino di Basso, la struttura, a Torre Pallavicina, di proprietà del Parco Oglio Nord.
La famiglia, allo scoppio della pandemia, aveva inaugurato (8 febbraio 2020) da meno di un mese la propria gestione dell’Ostello. «Noi – racconta Lorenzo Di Schiena – eravamo entusiasti di aprire una struttura con grandi possibilità, visto il ristorante, le camere e il parco per le numerose attività. E anche la risposta delle prime settimane da parte dei clienti è stata buonissima. Quindi eravamo lanciati. Poi, purtroppo, è scoppiata la pandemia e l’8 marzo, prima ancora del decreto che imponeva il lockdown, abbiamo deciso di chiudere di nostra volontà, perché la situazione era critica e temevamo per la salute pubblica». Uno stop che ha fermato l’attività proprio sul nascere. «La prima chiusura di marzo – continua – è stata una mazzata, perché eravamo in fase di avvio, e ci ha creato non pochi problemi, morali ed economici. E ci ha fatto perdere tutte le scolaresche che avevano prenotato fino a fine maggio, un punto di forza per noi».
Fortunatamente, poi, è arrivata l’estate. «La nostra struttura – spiega –, immersa nel verde e con tanta natura, sicuramente ha aiutato a far sì che la stagione estiva portasse lavoro e clienti, anche se ovviamente avevamo una capienza ridotta per via delle norme anti-coronavirus. E devo dire che l’estate è andata bene, anche a livello di ostello, seppur lavorando al 30% della capienza. Per essere il primo anno però, e visto che le camere erano chiuse da tre anni (la precedente gestione faceva solo ristorazione), c’è stato sicuramente un buon riscontro. Inoltre, durante l’estate, in previsione di una eventuale seconda ondata, abbiamo deciso di investire in un angolo pizzeria, che ci servirà in futuro per offrire una maggiore offerta ai clienti, ma che nell’immediato ci sta aiutando con l’asporto e la consegna a domicilio, servizio che a marzo non avevamo, e che ci permette di non rimanere completamente fermi». La seconda ondata però ha causato ulteriori difficoltà. «Ci ha demoralizzato in tutti i sensi – continua Lorenzo –. La situazione, non è stata facile perché in tutte le fasi dei Ristori del Governo gli ostelli non sono mai stati contemplati. È stato fatto qualcosa per bar e ristoranti (e avendo anche il ristorante fortunatamente qualcosa abbiamo ricevuto in questo senso, anche se davvero poco), ma se fossimo stati solo un ostello oggi saremmo senza aiuto e in seria difficoltà». Aiuto che invece non è mancato dal territorio.
«Dobbiamo ringraziare il Parco Oglio Nord – conclude – che ha capito il momento e non è stato fiscale con l’affitto. E poi perché ci ha aiutato durante l’estate facendoci partecipare agli eventi con i nostri servizi. È stata una collaborazione fondamentale per sopravvivere. E dobbiamo ringraziare anche le persone e l’amministrazione di Torre Pallavicina, perché si sono dimostrati solidali e ci hanno fatto tanta pubblicità positiva. Stiamo stringendo i denti per affrontare anche questo periodo che speriamo sia l’ultimo prima della ripartenza, confidando di tornare di tornare a lavorare come prima»
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