Pioltello, la figlia di Ida: «La memoria di mia madre non è stata rispettata»

IL COMMENTO. Valentina Tagliaferri, 29 anni, figlia di Ida Milanesi di Caravaggio, una delle tre vittime del deragliamento, si dice «amareggiata» per la decisione dei giudici.

«Non è andata come ci aspettavamo, siamo molto dispiaciuti e amareggiati». Così Valentina Tagliaferri, 29 anni, figlia di Ida Milanesi di Caravaggio, una delle tre vittime del deragliamento del treno 10452 Cremona-Milano Porta Garibaldi, commenta la sentenza sul disastro di Pioltello , emessa martedì 25 febbraio dal Tribunale di Milano: otto assoluzioni e una sola condanna per il responsabile dell’unità manutentiva di Rfi di Brescia. Valentina martedì 25 febbraio era in aula ad ascoltare i giudici insieme al padre Marco.

«Speravamo in una giustizia diversa, credevano proprio che si sarebbe arrivati a un’altra sentenza»

«Sinceramente – continua, parlando anche a nome del padre – speravamo in una giustizia diversa. È vero che in queste questioni non c’è mai certezza. Però dall’evoluzione che il processo aveva avuto fino ad ora, credevano proprio che si sarebbe arrivati a un’altra sentenza».

L’importanza della commemorazione tra Caravaggio e Capralba

Dal giorno del disastro ferroviario, Valentina ha rilasciato pochissime dichiarazioni in merito alla tragedia in cui è rimasta coinvolta la mamma. L’unica occasione pubblica a cui non ha mai voluto rinunciare, sempre accompagnata dal padre, è la commemorazione del disastro ferroviario che il Comune di Caravaggio organizza ogni anno, insieme al Comune di Capralba, i due paesi d’origine delle tre vittime. «Mi sono sempre comportata così – spiega Valentina – per cercare di ricostruire la mia vita, lasciandomi alle spalle quanto accaduto, anche se ovviamente non è mai stato facile. Quanto è stato deciso dai giudici – dice – a me e mio padre non cambia materialmente nulla. Con una sentenza diversa, però, mi sento di dire che la memoria di mia madre sarebbe stata più rispettata».

«Ci sono voluti sette anni per arrivare fino a qui, è stato doloroso aspettare così tanto. Mi sento di dire che la memoria di mia madre sarebbe stata più rispettata»

La giovane per ora preferisce non pensare all’eventualità che contro la sentenza la Procura possa presentare appello: «Ci sono voluti sette anni per arrivare fino a qui – conclude – ed è stato doloroso aspettare così tanto. Ora quindi non voglio pensare all’eventualità di aspettare ancora così tanto…».

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