Papà 42enne morto di embolia: «Tanta solidarietà, i suoi lavori finiti dagli amici»
Caravaggio. Cristian Campigotto, elettricista, si è spento tre settimane fa
mentre era sul divano di casa. La moglie: tante persone mi stanno aiutando.
«Sono trascorse tre settimane da quando Cristian è morto. Ci sono tante persone che mi stanno aiutando e che si sono anche rese disponibili a finire i lavori che aveva cominciato. E sono sicura che anche lui dal cielo mi sta dando una mano, altrimenti non riuscirei a reggere». Sono parole cariche di sofferenza ma anche di forza quelle di Federica Tadini, 39 anni, compagna di Cristian Campigotto, l’elettricista di 42 anni di Caravaggio morto tre settimane fa a causa di una embolia polmonare nell’abitazione in via Vittime dell’Annamaria dove viveva con la sua famiglia.
Cristian era padre di una bambina di 3 anni, Rebecca. Dopo giorni di choc per l’improvvisa morte del compagno, di professione elettricista in proprio, la donna trova la forza di parlare di quanto accaduto e di come lo sta affrontando con una bambina che ancora non sa nulla di quanto successo al padre: «Cristian – racconta – finiva sempre tardi di lavorare e iniziava presto. Rebecca quindi pensa che sia sempre al lavoro. Stiamo aspettando il momento giusto per dirglielo contando anche sul supporto di professionisti». Nonostante la tragedia accaduta, l’atmosfera natalizia nella famiglia del 42enne non è mancata: «Abbiamo fatto tutto per Rebecca – dice ancora Federica –. Il giorno del funerale di suo papà era quello precedente a Santa Lucia. Cristian le aveva già comprato i regali e glieli abbiamo dati. Il Natale l’abbiamo passato a casa di famigliari: tutti sono stati vicini alla bambina. È stata una bella giornata anche se, ovviamente, il pensiero andava sempre a lui».
Negli occhi della donna c’è ancora quanto accaduto 3 settimane fa, il 9 dicembre. Il 42enne, che non aveva mai manifestato particolari problemi di salute, intorno alle 22 era seduto sul divano dopo aver preso dei medicinali comuni contro tosse e raffreddore: «Alle 22,30 circa – ricorda la compagna – pensando che stesse ancora dormendo sono andata a svegliarlo per dirgli di venire a letto. A quel punto però mi sono accorto che stava male: era scuro in volto e aveva le mani giallastre. Sentendo dal collo che il suo cuore non batteva, ho subito chiamato la mia vicina che è infermiera e ho chiesto l’intervento del 112. L’ambulanza è arrivata in pochi minuti. Mentre provavano a rianimarlo dicevo, “Dai Cristian, reagisci”, ma purtroppo era già morto».
Una morte improvvisa dovuta a una embolia polmonare – come è stato subito chiaro ai soccorritori – di cui la compagna del 42enne, non sa darsi spiegazione. Dopo il funerale del compagno Federica, impiegata in una azienda del settore sicurezza sul lavoro, ha dovuto rimboccarsi le maniche perché hanno iniziato a contattarla i fornitori e clienti con cui Cristian stava lavorando. Fortunatamente, amici e colleghi di Cristian la stanno aiutando a sistemare tutte le questioni rimaste aperte, ultimando i lavori. «Mi ha molto colpito il fatto – conclude la donna – che si siano presentati alla mia porta, in lacrime e con un regalo per Rebecca, anche persone che non avevo mai visto prima. Ciò dimostra che persona il mio Cristian fosse».
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