«Ogni settimana nuovi minori in cerca d’aiuto»

L’ANALISI. Il malessere giovanile è un’emergenza in crescita. A Treviglio «Risorsa sociale» segue 700 bambini e ragazzi: nel 2019 erano 400.

È un’emergenza che continua a crescere. E il numero di nuovi casi presi in carico dall’Area riparativa (ex Area tutela minori) dell’azienda consortile «Risorsa sociale» Gera d’Adda dell’Ambito di Treviglio (composto da 18 Comuni della pianura), fino a cinque ogni settimana, lo dimostra. I minori che hanno bisogno di aiuto continuano a crescere. Una crescita che è iniziata dopo la pandemia del Covid. Nel 2019 i minori seguiti da «Risorsa sociale» attraverso le tre modalità previste dalla normativa in materia (minore seguito da assistenti sociali all’interno della propria famiglia, minore in comunità, minore in affido ad un’altra famiglia) sono stati circa 400.

I numeri

A oggi siamo complessivamente sopra i 700 (alla fine del 2023 era invece stato superato il dato di 800). «Le conseguenze sociali della pandemia si stanno palesando – sostiene il direttore di “Risorsa sociale” Roberto Bugini –. Se prima della pandemia le fragilità all’interno di una famiglia in qualche modo si compensavano, successivamente hanno invece finito per scompensarsi».

Quello che ci si trova di fronte sono casi di grave malessere giovanile che si manifesta con episodi di autolesionismo, di isolamento sociale, di difficoltà dell’apprendimento scolastico e dietro a cui si celano, solitamente, situazioni famigliari difficili o genitori che non riescono a seguire adeguatamente i loro figli

Grave malessere giovanile

Quello che ci si trova di fronte sono casi di grave malessere giovanile che si manifesta con episodi di autolesionismo, di isolamento sociale, di difficoltà dell’apprendimento scolastico e dietro a cui si celano, solitamente, situazioni famigliari difficili o genitori che non riescono a seguire adeguatamente i loro figli.

E i numeri, come detto, sono in continua crescita: «Oramai tutte le settimane – rivela Anna Arrigoni, coordinatrice dell’Area riparativa – siamo chiamati a prendere in carico dai due ai cinque casi. E non è solo la questione numerica a preoccuparci, ma anche la complessità delle situazioni da affrontare».

L’autorità giudiziaria

Quando l’Area riparativa interviene è sempre a seguito di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. La via preferenziale è quella di seguire il minore all’interno della propria famiglia. Se invece vengono rilevate situazioni (come possono essere casi di maltrattamenti) in cui risulta incompatibile la rimanenza del minore nella propria famiglia, allora scatta l’allontanamento e l’affidamento a una famiglia affidataria o a una comunità. L’équipe dell’Area riparativa è costituita da un coordinatore, cinque assistenti sociali, un educatore professionale e uno psicologo che, ormai, stanno facendo fatica ad affrontare il disagio minorile che si sta registrando. Da qui la decisione di Risorsa sociale di investire sempre più anche nell’Area preventiva il cui obiettivo è, invece, quello appunto di intercettare il problema inerente un minore prima che degeneri e si renda necessario un allontanamento dalla sua famiglia.

Il lavoro di sensibilizzazione

Sono 45 i minori in carico all’Area preventiva di «Risorsa sociale» che sono tutti seguiti nelle loro famiglie: «Affinché questa azione funzioni – continua Bugini –, ci stiamo impegnando in un lavoro di sensibilizzazione in modo che tutte le agenzie educative del territorio si abituino ad agire in ottica preventiva. In questo modo crediamo si possa arrivare a creare una rete di cui riteniamo importante facciano parte anche le forze dell’ordine: in molti casi solo loro possono arrivare a conoscenza di determinate situazioni problematiche».

Al momento sono 44 quelle nell’ambito di Treviglio a fronte dei 68 progetti di affidamento a famiglie attivati

Il servizio degli affidi

L’impegno di «Risorsa sociale» va anche nell’indirizzo di rafforzare il servizio affidi. Per questo motivo l’azienda consortile svolge un’attività di reperimento delle famiglie che arriva dopo quella di sensibilizzazione e formazione. Al momento sono 44 quelle nell’ambito di Treviglio a fronte dei 68 progetti di affidamento a famiglie attivati: «Per coprire la differenza – conclude Arrigoni –. Ci siamo dovuti rivolgere ad organizzazioni sociali private che hanno al loro interno famiglie affidatarie. Ciò dimostra di quanto abbiamo ancora bisogno di famiglie disposte ad assumersi la responsabilità di questo importante ruolo».

Rientra nell’area preventiva anche il servizio dello sportello «Parole e giovani»: si tratta di uno sportello psicologico rivolto ai giovani dai 12 ai 24 anni a cui (se maggiorenni) possono accedere spontaneamente. Consce della sua utilità, anche le scuole del territorio si stanno dando da fare affinché tutti i loro alunni sappiano dell’esistenza di questo importante servizio a cui non devono temere di rivolgersi se ne avvertono il bisogno.

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