Nella notte con richiami acustici e reti vietate, fermato bracconiere a Mozzanica

L’OPERAZIONE. La polizia provinciale è intervenuta grazie alla segnalazione dei volontari del Cabs, un’organizzazione internazionale antibracconaggio. Contestati i reati di uccellagione, traffico illegale di avifauna e detenzione abusiva di armi.

Un’ operazione antibracconaggio è stata portata a termine dalla polizia Provinciale di Bergamo, grazie alla segnalazione dei volontari del Cabs (Committee Against Bird Slaughter), organizzazione internazionale attiva nel contrasto del bracconaggio.

Come si è svolto l’intervento

I volontari hanno segnalato un’attività di uccellagione notturna a Mozzanica, dove venivano utilizzati richiami acustici elettromagnetici e reti vietate. La squadra, guidata dal comandante Matteo Copia, è intervenuta di notte individuando un capanno nei pressi di un campo di mais. Grazie a una termocamera è stata accertata la presenza di una persona, successivamente fermata mentre controllava le reti.

Il materiale sequestrato

Il bracconiere, un cacciatore residente nella Bassa Val Seriana, è stato trovato in possesso di due reti da 12 e 13 metri, richiami acustici elettromagnetici e attrezzature per il montaggio rapido delle reti. Inoltre, nella sua auto sono stati rinvenuti un tordo detenuto illegalmente e altra strumentazione.
Le perquisizioni nelle abitazioni hanno portato al sequestro di:
60 uccelli vivi, tra cui tordi e cesene, molti privi di anelli identificativi o con anelli contraffatti.
Attrezzature per la falsificazione degli anelli, tra cui dilatatori e pinze.
13 armi da fuoco, di cui 6 non custodite correttamente, 2 non denunciate e una mancante.

La seconda persona coinvolta

Nell’attività illecita, che si protraeva da tempo e aveva portato alla cattura di altri uccelli, risultava essere coinvolta una seconda persona, titolare del capanno di caccia utilizzato come base e depositario degli uccelli, parente del fermato e residente nell’hinterland bergamasco.

I reati contestati

Sono stati contestati i reati di uccellagione, traffico illecito di fauna selvatica, detenzione abusiva di armi e omessa custodia. Per il responsabile si prospetta la sospensione della licenza di caccia per 10 anni e ulteriori sanzioni.

Un appello alla legalità

Le indagini proseguono per chiarire eventuali legami con il traffico illecito di avifauna. Nel frattempo, la Polizia Provinciale invita i cacciatori a evitare l’acquisto di richiami vivi da fonti non certificate, per non alimentare il mercato nero.

«Continueremo a vigilare per tutelare la fauna selvatica e garantire il rispetto delle normative», ha dichiarato Juri Imeri, consigliere provinciale con delega alla Polizia Provinciale.

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