Narcotizzato e rapinato da due finte benefattrici a Treviglio
Nel mirino la collana d’oro di un 79enne: due giovani versarono farmaci in un bicchiere per stordirlo. Individuate grazie ai tabulati telefonici.
Lo hanno drogato versando dei farmaci nel suo bicchiere di birra per rubargli la catenina d’oro e alcune piccole croci. L’uomo, oggi 79enne, è stato poi abbandonato in un campo isolato. Ora due donne, nomadi, sono state accusate di aver messo in atto la rapina a Treviglio, il 9 settembre 2021. Una di loro, la 33enne, ha scelto il rito abbreviato, ammettendo gli addebiti. Mentre sta affrontando il processo, davanti alla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo, la 21enne.
La vicenda inizia con un banale gesto di cortesia che non ha insospettito il 79enne finito nel mirino. Una delle ragazze infatti avrebbe aiutato il vecchietto a fare la ricarica del telefonino fuori da un supermercato. Poi si sarebbero sentiti telefonicamente e successivamente incontrati in un bar di Treviglio.
Al tavolo del bar
Qui arriva l’amica e tutti insieme bevono della birra. Ma, come ricostruito dall’accusa, nel bicchiere dell’anziano sono stati versati dei farmaci contenenti benzodiazepine, «in quantità tale da provocargli uno stato di incapacità di intendere e di volere». Dopo averlo stordito in questo modo, le due complici gli hanno preso la catenina che portava al collo. L’anziano rimasto intossicato, ha perso conoscenza. Le conseguenze dell’intossicazione si sono trascinate per diverso tempo: sensazione di sopore e dolori (la prognosi è stata di dieci giorni). Per questo, inoltre, l’imputazione parla anche di lesioni personali. Quando è stato reso incapace di reagire l’uomo è stato accompagnato in un campo agricolo e abbandonato a terra (da qui l’omissione di soccorso).
Per l’anziano si è reso necessario il ricovero in ospedale e in seguito ha presentato denuncia. Dai tabulati gli inquirenti sono risaliti al numero della donna con cui aveva avuto il contatto telefonico. Lei stava in un campo nomadi e quindi è stato mostrato all’anziano e alla barista un album fotografico con alcune delle giovani che vivevano lì. La proprietaria del telefono è stata quindi subito riconosciuta da entrambi. Anche la presunta complice sarebbe stata inizialmente riconosciuta dalle fotografie, ma sono poi subentrati dei dubbi se fosse proprio l’imputata la seconda donna accusata.
Altre possibili vittime
Durante il processo, la barista ha anche rilevato come non sia raro vedere delle giovani donne in compagnia di uomini molto più anziani. Un dato che potrebbe far ipotizzare che quanto accaduto al 79enne potrebbe essere già successo ad altri anziani, che magari per vergogna non hanno presentato denuncia. La prossima udienza è stata fissata per il 28 novembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA