«Mi ha rubato 400 mila euro». L’ex idraulico spiega al gip perché ha ucciso l’imprenditore

Omicidio di Casale. Domenico Gottardelli ha ammesso le proprie responsabilità davanti al giudice del tribunale di Cremona. Anni fa gli era sparita l’ingente somma in contanti, risparmi di una vita che custodiva in garage. E si era messo in testa che a prenderglieli poteva essere stato soltanto l’amico Fausto Gozzini. Così mercoledì l’ha chiamato e raggiunto in ditta. Dopo avergli sparato, si è seduto sul divano dell’azienda. «Mi sono tolto un peso», ha detto al gip.

«Mi ha rubato 400 mila euro, ora mi sono tolto un peso». Questa la confessione che Domenico Gottardelli, 78 anni, di Covo, ha fatto venerdì mattina 16 settembre al gip di Cremona. Mercoledì l’ex idraulico ha freddato con un colpo di fucile l’amico Fausto Gozzini, 61 anni, di Romano di Lombardia, all’interno della sua azienda di Casale Vidolasco, nel Cremasco.

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E ora ha ricostruito istante per istante la sua missione omicida, che sarebbe stata causata dal furto di 400.000 euro dal suo garage, di cui Gozzini aveva le chiavi.

Questo il racconto del settantottenne, assistito dall’avvocato Santo Maugeri del Foro di Cremona, al gip Elisa Mobelli: «Eravamo amicissimi e lui era praticamente l’unico ad avere accesso a casa mia, insieme ad un’altra persona a cui avevo affidato le chiavi e con la quale Fausto aveva una frequentazione». I 400.000 euro in contanti che Gottardelli custodiva nel box erano i risparmi accumulati nel tempo: alcuni anni fa, tuttavia, i soldi si erano improvvisamente volatilizzati. Secondo l’ex idraulico a sottrarglieli poteva essere stato soltanto Fausto: tuttavia, per tutto il tempo trascorso dalla sparizione del denaro al momento dell’omicidio, Gottardelli non ha mai affrontato la questione con l’amico: «Mi sono macerato, non dormivo più», ha ammesso però al gip.

Così mercoledì mattina Gottardelli ha chiamato Gozzini: «Sei in azienda?». E l’imprenditore di Romano - senza minimamente sospettare quello che sarebbe avvenuto di lì a poco - ha confermato, invitando l’amico a raggiungerlo. Gottardelli ha così messo in un sacco il fucile – che, è emerso, aveva ricevuto in custodia da un conoscente – e si è diretto verso la «Classe A Energy», la ditta dell’amico, al volante della sua Dyane «Due Cavalli».

«Che ci fai con un fucile?», gli ha detto Gozzini quando lo ha visto. Sono state le sue ultime parole: Gottardelli ha sparato, prima un colpo finito per errore sul pavimento, e il secondo a segno, dritto al petto dell’amico che per lui era anche un traditore. A quel punto si è seduto sul divano dell’azienda, accanto all’amico morente e ha detto alla moglie e al figlio di Gozzini: «Chiamate l’ambulanza e i Carabinieri».

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