Maxi evasione fiscale nel settore edile, in Bergamasca frode da oltre 35 milioni

L’OPERAZIONE. Scoperti 38 imprenditori edili che operavano senza partita iva, responsabili di un’evasione fiscale per oltre 35,3 milioni di euro e iva evasa per 2,7 milioni di euro.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno concluso una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, che ha consentito di individuare un sistema di frode fiscale basato sull’utilizzo di società che emettevano fatture di prestazioni mai erogate nel settore dell’edilizia privata. Il sistema evasivo ha consentito di occultare alle casse dello Stato, dal 2019 al 2022, 35,3 milioni di euro di ricavi e Iva evasa per 2,7 milioni di euro.

L’attività concentrata nella Bassa Bergamasca

L’operazione si inserisce in una complessa attività d’indagine, a carattere economico-finanziario, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo e svolta dai finanzieri della Compagnia di Treviglio, in relazione a comportamenti illeciti attuati in particolare nella Bassa Bergamasca da 74 persone . Le attività svolte hanno permesso di individuare un’ingente frode fiscale posta in essere da uno strutturato sodalizio criminale che, attraverso la creazione e la gestione di una serie di società “cartiere”, avrebbe consentito a 38 imprese edili l’evasione di tutti gli oneri di natura fiscale e previdenziale, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il sistema evasivo ha consentito di occultare alle casse dello Stato, dal 2019 al 2022, 35,3 milioni di euro di ricavi e Iva evasa per 2,7 milioni di euro

Gli imprenditori edili che si sarebbero avvalsi di questo sistema, infatti, unitamente alle loro squadre di operai, sono risultati assunti formalmente, in qualità di dipendenti, dalle società cartiere controllate dal sodalizio criminale, continuando a gestire di fatto le ordinarie attività aziendali. In altre parole, lo schema delittuoso prevedeva l’utilizzo di società di capitali attive nel settore dell’edilizia privata, amministrate da compiacenti “prestanomi”, aventi lo scopo di prendersi carico, solo formalmente, dei diversi lavori di svariati imprenditori edili, i quali, per l’esecuzione dei lavori già concordati con i clienti finali, si presentavano a quest’ultimi con il nome della società di turno scelta dall’organizzazione.

Lo schema prevedeva l’utilizzo di società di capitali attive nel settore dell’edilizia privata, amministrate da compiacenti “prestanomi”, aventi lo scopo di prendersi carico, solo formalmente, dei diversi lavori di svariati imprenditori edili

Il sodalizio, curando gli aspetti della gestione amministrativa, finanziaria e previdenziale delle varie imprese occulte, è riuscito a mascherare la reiterazione di continue condotte evasive, attuate mediante l’emissione di fatture soggettivamente fittizie, l’omessa o infedele presentazione di dichiarazioni fiscali e, conseguentemente, gli omessi versamenti di imposta.

Coinvolti un commercialista e un consulente del lavoro

Le indagini hanno consentito, inoltre, di individuare, tra gli altri, un commercialista e una consulente del lavoro, operanti a Ghisalba, i quali si occupavano della gestione burocratica delle varie società cartiere. Una prima fase delle attività investigative aveva consentito, nel maggio del 2023, di eseguire un provvedimento che prevedeva la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti dei 7 principali indagati, nonché il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,6 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni effettivamente rintracciati e sottoposti a sequestro (contanti, liquidità su conti correnti, quote societarie, 19 immobili, 3 veicoli e un imbarcazione). In tale prima fase si erano rese necessarie molteplici perquisizioni in 5 province della Lombardia (Bergamo, Milano, Brescia, Cremona e Mantova).

Individuati 38 imprenditori

A completamento delle attività investigative, l’attenzione delle Fiamme Gialle orobiche si è orientata alla puntuale individuazione dei reali fruitori del sistema di frode, i quali, beneficiando degli illeciti commessi dal sodalizio, erano riusciti a sottrarsi agli adempimenti impositivi per ben quattro anni d’imposta. Nei confronti di questi ultimi, i militari della Compagnia di Treviglio hanno avviato e ora concluso 50 attività ispettive in materia fiscale, di cui 32 nei confronti di soggetti privi di partita Iva, disvelando l’omessa dichiarazione all’Erario di ricavi per oltre 35,3 milioni di euro e IVA evasa per 2,7 milioni di euro. Altre 6 posizioni fiscali sono state segnalate ai Reparti della Guardia di finanza competenti per territorio.

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