Malore nella notte, si è spento a 15 anni il sorriso di Pankaj
Bolgare Il ragazzo, in Italia con i genitori da cinque mesi era malato da tempo, ma riusciva a condurre una vita pressoché normale. Raccolta fondi per riportarlo in India.
Dolore e smarrimento a Bolgare per la morte di Pankaj Kumar: aveva solo 15 anni quando nel pomeriggio di sabato 25 giugno è spirato, all’alba, nella casa dove abitava con i genitori e un fratello nella periferica via Ai Dossi. Un arresto cardiaco improvviso lo ha sorpreso nella notte, non c’è stato più nulla da fare. Il ragazzino, indiano della regione Punjab, si è sentito male nella sua camera da letto. I genitori, la mamma Seeto Devi, 38 anni, il papà Sukhdev di 43, e il fratello Ravi 18enne hanno fatto di tutto per salvarlo. Gli sono stati vicino fino alla fine nel tentativo di tenerlo in vita. L’allarme è stato lanciato intorno alle 4 ma purtroppo per il 15enne non c’è stato nulla da fare.
In Italia per lavoro
Sul posto sono giunti i mezzi e il personale del 118 con un’automedica da Seriate e un’ambulanza. Il cuore di Pankaj però si era già fermato, nella sua casa dove viveva da circa cinque mesi. La famiglia si è trasferita in Italia per lavoro, quindi è ancora poco conosciuta nel territorio, anche se la notizia della morte del ragazzino ha addolorato tutta la comunità.
Quando i problemi di salute lo lasciavano in pace, faceva la vita di un ragazzo della sua età. «Usciva, giocava con i coetanei, qui in Italia solo connazionali perché con loro poteva parlare nella lingua d’origine, l’italiano non l’aveva ancora imparato. Gli avevamo comprato anche la bicicletta per muoversi in paese e socializzare» dicono mamma e papà.
Pankaj, hanno raccontato i genitori, fin da quando aveva due mesi di vita conviveva
con diversi problemi di salute tra cui la talassemia, ma conduceva una vita abbastanza regolare: «Si sottoponeva regolarmente ai controlli e alle cure ed era stato ricoverato in ospedale a Monza anche un mese fa. Quando i problemi di salute lo lasciavano in pace, faceva la vita di un ragazzo della sua età. Usciva, giocava con i coetanei, qui in Italia solo connazionali perché con loro poteva parlare nella lingua d’origine, l’italiano non l’aveva ancora imparato. Gli avevamo comprato anche la bicicletta per muoversi in paese e socializzare» dicono mamma e papà.
Il dolore della comunità indiana
Il corpo di Pankaj è stato portato alla casa del commiato La Pace di San Paolo d’Argon. Il funerale sarò celebrato lunedì. «Il corpo verrà cremato e poi tornerà in India come vuole la nostra tradizione» riferisce un cugino del ragazzino. La comunità indiana si è stretta vicino alla famiglia distrutta dal dolore. Nell’appartamento di via Ai Dossi, il papà è nel soggiorno, ancora incredulo, circondato da familiari e amici. Fa fatica ad esternare il dolore. In un angolo della stanza si vedono i giochi in scatola del ragazzino. Non ha pace la mamma Seeto, nella camera da letto, piange e si dispera. Intorno a lei ci sono diverse amiche.
Raccolta fondi per la famiglia
«Le condizioni di mio cugino erano sempre state serie, aveva problemi di salute importanti, ma si curava ed era seguito – racconta ancora il cugino –, purtroppo è morto improvvisamente, non eravamo pronti, non si è mai pronti per lasciare andare le persone care a cui si vuole bene». Nell’appartamento è un via vai continuo di persone, adulti e ragazzi, indiani della zona, che manifestano il loro cordoglio ai Kumar. I familiari hanno annunciato una raccolta di fondi per contribuire alle spese dei genitori per il trasporto di Pankaj in India.
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