L’appello: «Basta cellulare al volante: vite distrutte in un istante»

LE VITTIME DELLA STRADA. La giornata di ricordo a Cividate per chi ha perso un famigliare in un incidente stradale: «Siamo una grande famiglia». Il comandante della Stradale: «Il dolore si deve tramutare in prevenzione».

«Oggi ci sentiamo comunità e condividiamo il dolore e la speranza». In una gremita parrocchiale a Cividate al Piano è don Alberto Monaci, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della salute della Diocesi, a evidenziare il particolare significato della Messa celebrata domenica mattina. L’occasione è la Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada: tra i banchi molte famiglie bergamasche che hanno vissuto la perdita di un familiare in un incidente stradale.

«È sufficiente una telefonata nel cuore della notte a far crollare il mondo e a sconvolgere il cosmo esistenziale di una famiglia o di una comunità intera – ha detto don Alberto Monaci –. Basta un istante per far svanire desideri e progetti»

«È sufficiente una telefonata nel cuore della notte a far crollare il mondo e a sconvolgere il cosmo esistenziale di una famiglia o di una comunità intera – ha detto don Alberto nell’omelia –. Basta un istante per far svanire desideri e progetti. E oggi nel mondo accade non solo per gli incidenti, ma anche per le guerre, che sono invece scelte scellerate di noi uomini. E quando tutto viene giù, quale luce può entrare nelle nostre vite? La risposta ce la dà il Vangelo di oggi. Gesù ci dice: “Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Le scelte della vita non vanno mai rimandate. A volte parliamo di destino per indicare eventi che non sappiamo spiegare. Per noi cristiani il destino non è qualcosa di crudele che ci sta sempre alle spalle e, appena può, ci fa uno sgambetto. Noi crediamo al destino che ci sta davanti: la vita di ciascuno di noi ha come meta l’incontro con Gesù, che ci sta già venendo incontro, anche se spesso non ci pensiamo. Pur passando nel buio misterioso della morte, il destino ci fa arrivare nella luce».

«Il rischio zero non esiste, è vero, ma credo sia importante seguire lo slogan: “Quando guidi, guida e basta”. Quindi si eviti di guidare con il cellulare e si indossi sempre la cintura di sicurezza – ha concluso il comandante della Stradale Mauro Livolsi –. Anche in recenti incidenti, il semplice utilizzo delle cinture ci avrebbe evitato di dover portare brutte notizie a delle famiglie»

Alla Messa, concelebrata dal parroco, don Andrea Lorenzi, hanno partecipato vari sindaci, a partire dal primo cittadino di Cividate, Gianni Forlani, l’assessore alla Mobilità di Bergamo, Marco Berlanda, il presidente provinciale dell’associazione dei familiari delle vittime, Ivanni Carminati, il comandante provinciale della polizia stradale Mauro Livolsi, il comandante della stazione di Martinengo dei carabinieri, maresciallo Giovanni Ranieri.

Il comandante della Stradale, al termine della Messa, ha evidenziato l’importanza della prevenzione: «Iniziative come quella di oggi sono importanti – ha detto Livolsi – per superare il dolore e tramutarlo in un messaggio di prevenzione. Il rispetto delle regole diventa vuoto se si limita alla paura della sanzione: ciascuno di noi sia portatore delle regole del Codice della strada e del loro significato, al di là della sanzione economica. Anche perché gli incidenti causati da circostanze che non possiamo controllare, secondo le statistiche, sono davvero marginali: la maggior parte si verifica per condotte errate. Il rischio zero non esiste, è vero, ma credo sia importante seguire lo slogan: “Quando guidi, guida e basta”. Quindi si eviti di guidare con il cellulare e si indossi sempre la cintura di sicurezza – ha concluso il comandante –. Anche in recenti incidenti, il semplice utilizzo delle cinture ci avrebbe evitato di dover

portare brutte notizie a delle famiglie».

Un dolore che non passa mai

Il sindaco Forlani ha ricordato di aver perso un cugino di soli 23 anni in un incidente stradale: «È un dolore che non passa mai – ha detto –: sua mamma è morta a 90 anni e il dolore non l’ha mai abbandonata. La stessa nostra comunità di Cividate ha perso in due incidenti 7 ragazzi che non avevano alcuna colpa. Accanto alla speranza è bene oggi fare qualcosa per evitare che queste tragedie si ripetano. In che modo? Pensando a quella frazione di secondo in cui non rispettiamo le regole della strada. Dobbiamo far prevenzione fin dalle scuole, senza stancarci di dire che la vita è un valore e che basta davvero poco, magari solo per un messaggio sul telefonino, per perderla». «Per noi familiari delle vittime la giornata del ricordo dei nostri cari scomparsi in un incidente è tutti i giorni – ha detto Ivanni Carminati –: non c’è giorno in cui io non penso a mio figlio Cristiano. È un dolore che ci accompagna tutta la vita. L’incidente capita quando meno te lo aspetti e distrugge vite, sogni, speranze. Noi dobbiamo trovare la forza per continuare a vivere e tramutare il nostro dolore in qualcosa di positivo: oggi siamo tanti, siamo una grande famiglia accomunata dal dolore. E siamo qui per dire che non vogliamo che altri provino ciò che noi proviamo».

La poesia per Marco

Barbara Brindani, di Sedrina, ha infine letto una poesia dedicata al figlio Marco: «È rumore nell’anima / Sei andato nel vento / Avrei voluto avere tempo / Tempo per ascoltarti / Tempo da dedicarti / Tempo... / In un istante non c’è più tempo / Non ci sarà più tempo / Solo vuoto da riempire / Ricordi da custodire / Silenzi da dedicarti / Ora è tempo di vivere il tuo sorriso / I tuoi umori / I nostri litigi / I nostri abbracci / Come fiamma viva nel tempo / Il tuo ricordo non svanirà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA