Lacrime per Hicham ad Arcene
«Quel giorno non doveva esserci»
Gli amici: fatalità, quel giorno avrebbe dovuto lavorare. Grande dolore ad Arcene per la morte di Hicham, a soli 20 anni.
«Hicham non doveva nemmeno venire con noi al fiume per il lavoro. Poi, all’ultimo momento, il suo titolare l’aveva informato che per quel pomeriggio non aveva bisogno di lui». È quanto rivelano alcuni degli amici di Hicham Hamdach, il marocchino di 20 anni annegato giovedì pomeriggio mentre, a nuoto, attraversava il tratto di fiume Adda a valle della diga Sant’Anna compreso fra Fara e Vaprio. Il ventenne, che abitava ad Arcene con la famiglia (oltre ai genitori aveva cinque fratelli di cui uno che abita in Marocco), al momento era impiegato come giardiniere e giovedì pomeriggio doveva andare a lavorare, ma si è liberato e aveva deciso di unirsi agli amici che si stavano recando al Parco della Diga a Vaprio.
Venerdì i famigliari del ventenne (la cui salma si trova ancora composta all’istituto di medicina legale di Milano per essere sottoposta ad autopsia) si sono chiusi in un doloroso silenzio nell’abitazione in cui vivano in vicolo Ferrari 2: «Quanto accaduto non possiamo cambiarlo - si è limitato a dire il padre - ora attendiamo che le forze dell’ordine ci diano qualche informazione in più su quanto accaduto».
Non è ancora noto se Hicham, che era di religione musulmana, verrà seppellito in Marocco o in Italia. Venerdì il vicesindaco Andrea Rozzoni insieme al comandante della polizia locale Giovanna Farina hanno fatto visita ai famigliari del ventenne per portare loro le condoglianze della comunità di Arcene dove gli Hamdach vivono ormai da diversi anni. E dove Hicham aveva anche numerosi amici. Alcuni di loro ieri hanno voluto dirgli addio postando frasi sul suo profilo Facebook come «Riposa in pace fratello mio» oppure «ciao bomber, ci rivedremo presto».
Il ventenne si era buttato nel fiume partendo dal Parco della Diga di Vaprio, zona verde molto frequentata dove ci sono cartelli di divieto di balneazione. «Quanto accaduto è una tragedia - commenta il sindaco di Vaprio Luigi Fumagalli - ma non possiamo pensare di chiudere la sponda recintandola. Possiamo solo invitare i giovani a rispettare i divieti perché sono posti lì per una ragione».
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