
La «Camionista dell’anno» è di Bariano: Claudia e la sua forza nel segno del marito
LA STORIA. È diventata autista dopo la scomparsa del suo Cesare, premiata a Bologna.
Papà camionista e sorella pure. Anche il marito, fino alla morte improvvisa, faceva lo stesso lavoro. Claudia Gina Sasz, 47 anni di Bariano e origini rumene, fin da piccola saliva sul camion con papà, ma solo tre anni fa si è veramente messa al volante e mercoledì 12 marzo, a Bologna, è stata premiata come camionista dell’anno con il «Sabo Rosa», riconoscimento conferito alla camionista dell’anno dal locale «Roberto Nuti Group».
La dedica al marito
«Dopo la disgrazia ho deciso di salire sul camion per portare avanti la sua passione, che poi è anche la mia»
«Un premio che mi riempie di gioia – dice Claudia –-. Lo dedico a mio marito. Prima di uscire di casa mi diceva sempre che, se gli fosse successo qualcosa, lui era comunque felice perché questo era il lavoro che amava - racconta -. Dopo la disgrazia ho deciso di salire sul camion per portare avanti la sua passione, che poi è anche la mia».
«Noi donne camioniste veniamo spesso offese e insultate. Ci dicono che non siamo in grado. E non mancano nemmeno molestie»
La storia d’amore
Claudia e Cesare vivevano in Abruzzo quando il marito, alla guida del camion, nel marzo 2019 è morto per un malore nei pressi di Modena Sud: «È cominciato un periodo molto difficile della mia vita – continua –. Poi mamma, che viveva nella Bergamasca con mia sorella, si è ammalata e le ho raggiunte». Qui consegue la patente da camionista e, tre anni fa, comincia a lavorare: prima per un’azienda di Parma e dal gennaio 2023 come frigorista per la “Frigor Trasporti Orobico” di San Paolo d’Argon. «Trasporto frutta e verdura con la mia “Bimba”, uno Scania R500. Siamo in giro tutta settimana. Mi lavo nelle aziende dove carico e scarico o in autogrill e dormo sul camion. È faticoso, ma amo il mio lavoro. Il camion per me è tutto: un amico, un confidente. Me ne prendo cura come fosse una persona. Il mio titolare mi ha promesso che a fine mese me lo sostituirà con uno più moderno e non vedo l’ora. Peccato solo per le troppe discriminazioni che ancora ci sono. Noi donne camioniste veniamo spesso offese e insultate. Ci dicono che non siamo in grado. E non mancano nemmeno molestie».
A scegliere la camionista dell’anno, fra le candidature pervenute, è stata una giuria composta da una rappresentanza di «Roberto Nuti Group».
Ha vinto la sua perseveranza
«Della storia di Claudia – fanno sapere – ci hanno colpito la perseveranza e la capacità di reagire alle avversità della vita. Salire su un camion per rendere omaggio alla persona amata e inseguire una passione a lungo coltivata fa onore a una lavoratrice capace e competente che ogni giorno si batte affinché la propria presenza e quella delle sue colleghe venga riconosciuta in un mondo che ancora guarda alle donne con diffidenza».
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