«Jony sognava una casa tutta sua. I funerali li faremo in Romania»
FARA D’ADDA. Il ricordo del cognato di Costantin Romeo Antonie, morto a 23 anni incastrato nel cassonetto degli abiti usati a Canonica domenica notte: «Domenica avevamo fatto festa, poi chissà cosa gli è venuto in mente».
«Domenica avevamo festeggiato la Pasqua ortodossa tutti assieme in giardino. È stata una giornata di festa e divertimento in giardino. Poi la notte non so cosa gli sia venuto in mente. Aveva solo 23 anni e tutta una vita davanti: sognava di avere una casa tutta sua e invece è morto in questo modo così assurdo». Ha gli occhi lucidi Gabriel Barzava mentre ricorda suo cognato Costantin Antonie, il giovane romeno morto domenica notte mentre tentava di arraffare qualche vestito da un cassonetto giallo della raccolta degli abiti usati nella piazzola ecologica di Canonica d’Adda, dove si era introdotto scavalcando la recinzione.
«Aveva solo 23 anni e tutta una vita davanti: sognava di avere una casa tutta sua e invece è morto in questo modo così assurdo»
Martedì mattina proprio il cognato è stato accompagnato dai carabinieri all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per il riconoscimento formale di Costantin. Il ventitreenne – il cui nome completo era Costantin Romeo Ionut Antonie, ma che si faceva chiamare Jony – era in Italia da cinque anni e lavorava saltuariamente come muratore con un amico romeno con cui condivideva la casa, un vecchio cascinale al 356 di via Bergamo a Fara d’Adda, ma in linea d’aria a 600 metri dalla piazzola ecologica di Canonica, che è sul confine tra i due paesi della Bassa.
Alle 2 della notte – come emerso dai filmati delle telecamere interne al centro di raccolta canonichese – il giovane ha tentato il furto di abiti, restando imprigionato nel meccanismo di chiusura del cassonetto giallo.
«Prima abitavamo tutti nel cascinale, poi abbiamo preso casa qui – racconta il cognato –: anche lui sognava di avere presto una casa tutta sua. Fino a cinque mesi fa a volte faceva queste cavolate di andare in giro a rubare le cose di poco conto: non aveva comunque mai avuto nessuna denuncia. E poi aveva smesso. L’altra notte, invece, chissà cosa gli è venuto in mente. Per i funerali lo riporteremo in Romania, a Târgu Jiu. Noi siamo stati informati della tragedia dai carabinieri».
Martedì 7 maggio proprio i carabinieri hanno inviato in Procura tutti gli atti dell’indagine, conclusi con il riconoscimento formale della vittima da parte del cognato. Il sostituto procuratore titolare dell’indagine, Giancarlo Mancusi, dovrebbe aprire un fascicolo – a carico di ignoti o iscrivendo qualcuno nel registro degli indagati – e disporre l’autopsia.
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