Influenza al picco: «Hotspot, un aiuto ai pronto soccorso»
I CONTAGI. Nella settimana di fine gennaio si sono toccati i 17mila casi nella Bergamasca. Nei quattro ambulatori infettivologici registrati oltre 1.500 accessi da dicembre.
Sul picco. Con un mesetto di ritardo rispetto agli ultimi due anni, l’influenza e le altre patologie stagionali hanno raggiunto l’apice. C’è la curva del bollettino epidemiologico della Regione Lombardia a tratteggiare l’andamento di questi virus, che da metà gennaio hanno decisamente virato verso l’alto: nell’ultima settimana monitorata (20-26 gennaio) l’incidenza del contagio rilevata con la rete dei «medici sentinella» sul territorio ha toccato i 18,3 casi ogni 1.000 abitanti, l’equivalente di 170mila casi settimanali in Lombardia, di cui 17mila stimabili in Bergamasca. Valori ora vicini ai massimi delle ultime due stagioni influenzali, con quasi 200mila casi settimanali in Lombardia (20mila in Bergamasca), ma con una differenza temporale: da fine dicembre, ora il «plateau» s’è spostato a fine gennaio.
Le strategie per gestire l’influenza
Per gestire l’influenza è in campo una strategia a tre punte: accanto ai consueti presìdi rappresentati dai medici di medicina generale/pediatri e dai pronto soccorso, quest’anno s’è aggiunto l’anello intermedio degli «hotspot infettivologici». Ossia quegli ambulatori «hub», quattro in Bergamasca, promossi dalla Regione e gestiti dalle Asst in diverse Case di comunità per dare supporto negli orari notturni (dalle 20 alle 24), nei giorni lavorativi e in orario diurno (8-20) il sabato, la domenica e nelle festività/prefestività, quando i medici di base non sono operativi, facendo così filtro rispetto agli accessi impropri in pronto soccorso. Non sono ambulatori ad accesso libero, ma si viene indirizzati dopo una valutazione telefonica da parte degli operatori del 116.117, il numero unico della Continuità assistenziale gestito da Areu. Dal 16 dicembre al 31 gennaio, in Bergamasca queste strutture hanno registrato 1.551 accessi, suddivisi tra i 782 pazienti dell’Asst Bergamo Est (hotspot a Calcinate e Alzano), i 473 dell’Asst Bergamo Ovest (hotspot a Treviglio) e i 296 dell’Asst Papa Giovanni (hotspot in Borgo Palazzo).
Picco influenzale ancora non «scollinato»
«Il picco influenzale non è ancora stato scollinato, ma potremmo essere alla fase di plateau», ragiona Roberto Cosentini, direttore del Centro Eas-Emergenza alta specializzazione del «Papa Giovanni» di Bergamo: «Se guardiamo agli adulti, in questa fase si osserva un incremento degli accessi dal +5 al +10%, rispetto alla media. L’aumento dei virus respiratori ha iniziato a osservarsi ai primi di gennaio, poi soprattutto dalla seconda settimana del mese, e anche i ricoveri seguono questo trend». Si tratta soprattutto di pazienti fragili, dunque complessi; quanto ai virus, prevalgono quelli dell’influenza A e B, in alcuni casi le polmoniti virali, e meno il Covid.
Ovviamente, i contagi toccano anche i più piccoli: «Il picco influenzale questo inverno è arrivato con significativo ritardo rispetto alle scorse stagioni – spiega Lucio Verdoni, responsabile della Pediatria d’urgenza del “Papa Giovanni”, cui fa capo il pronto soccorso pediatrico –. Gli accessi in ps pediatrico sono aumentati del 20% circa rispetto alle prime due settimane di gennaio: si tratta comunque di numeri contenuti rispetto agli anni precedenti, grazie anche al fatto che non è periodo di festività e i pediatri di famiglia sono in piena attività. L’influenza è un’infezione virale che non desta particolari preoccupazioni, si presenta con febbre elevata, rinite e tosse, mal di gola, mal di testa. La febbre elevata, che può persistere anche per 5-7 giorni, non è un segno che, preso da solo, deve spaventare: è l’unica arma efficace che ha il nostro corpo per combattere le infezioni virali. Va trattata con l’antipiretico».
L’impatto degli hotspot infettivologici
«Un servizio positivo», lo definisce Davide Eusebio, direttore del pronto soccorso/Centro Dea dell’ospedale di Treviglio (Asst Bergamo Ovest): «Questi ambulatori, cui si accede su valutazione del 116.117, permettono di gestire meglio l’afflusso, partendo dall’anamnesi e da una prima valutazione, togliendo una parte di possibili accessi al pronto soccorso». Anche a Treviglio la fotografia è quella del picco: «Gli accessi sono in aumento del 5-10% rispetto allo scorso anno – prosegue Eusebio –, anche se lo scorso anno vi erano dei lavori sulla struttura e dunque i dati non sono del tutto confrontabili. Proprio questi lavori ci hanno consentito di potenziare i percorsi così da seguire ancora meglio i pazienti».
Trend analogo all’Asst Bergamo Est: «Misurando gli accessi di gennaio – spiega Filippo Manelli, direttore dei ps aziendali – notiamo un aumento del 10% rispetto al 2024, mentre il numero dei posti letto che si sono resi necessari per i ricoveri è inferiore. Il picco si è spostato avanti di qualche settimana: se consideriamo invece anche dicembre, siamo complessivamente in linea con la scorsa stagione influenzale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA