Impresa del maratoneta Thomas Capponi
«L’abbraccio di corsa per la terra ferita»
Thomas Capponi, ultra maratoneta di Verdello, percorrerà il perimetro della provincia: 220 chilometri. Il ricavato all’ospedale Papa Giovanni.
«Il mio sarà un tentativo, estremo sotto tanti punti di vista: l’obiettivo è lanciare un messaggio, e dare una mano a chi ne ha bisogno». Parola di Thomas Capponi, anni 37, da Verdello, per cui il calendario, da stamane (lunedì 25 maggio) dice meno cinque: sono i giorni che lo dividono dal via della sua corsa in solitaria denominata «l’abbraccio di Bergamo», 220 chilometri con arrivo e partenza dal cuore della città, rispettando il più possibile i confini naturali della nostra provincia. La speranza è quella di completarla, inconvenienti permettendo, in una trentina di ore. La certezza è che alla sua cavalcata ci sarà abbinata un’iniziativa benefica: «Sia io sia il mio club, i Runners Bergamo, devolveremo in beneficenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII una somma per ogni chilometro percorso – spiega il più ultramaratonetico dei bancari (segue il business development per Ubi Banca) –. Chiunque, volendo, può aiutarci a sostenere questa causa».
Dalle prossime ore, infatti, scrivendo all’indirizzo di posta [email protected], sarà possibile sottoscrivere un pettorale virtuale per correre insieme all’ultramaratoneta bassaiolo. «La mia partenza sarà sabato mattina alle 6 in punto da piazza Vecchia – prosegue Thomas, che a febbraio si era imposto nella prestigiosa “Rovaniemi 150”, in Finlandia –. L’idea è di chiudere il giorno dopo di fronte al Papa Giovanni XXIII passando per cinque check point a Sarnico, Clusone, San Giovanni Bianco e Lecco». Al suo seguito ci saranno papà Paolo e l’amico Mirko Pizzaballa.
Sul percorso, che affronterà in regime di autosufficienza alimentare, otto collaboratori: «Una sfida del genere, dentro di me, è qualche annetto che la penso – prosegue il diretto interessato, nel 2019 14° (e miglior italiano) alla Marathon des Sable, sfida nel deserto marocchino –. E poi c’è la curiosità di capire come sto….». Fino a tre settimane fa, lui come tutti, era richiuso in casa. L’unico sfizio atletico se l’era tolto l’ultimo giorno di lockdown: «Correndo una maratona entro 200 metri da casa. Sono riuscito a farcela rimanendo sotto le tre ore, dopo essere partito alle 5 di mattina». A tifare per lui, da casa, saranno la moglie Stefania e i figli Gaia e Nicolò.
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