Il sogno solidale di Baba Fulgenzio fiorisce ancora
Dalmine. Festa per i 20 anni del Villaggio della Gioia in Tanzania. Il progetto di padre Cortesi per gli orfani continua a crescere.
Lo scorso 23 settembre, 20° anniversario della posa della prima pietra, una Messa è stata celebrata nel grande salone del Villaggio della Gioia fondato da padre Fulgenzio Cortesi (il Baba) a Dar Es Salaam in Tanzania, preceduta da un lunghissimo corteo di oltre 1.200 studenti. E dopo una preghiera sulla tomba fiorita del grande missionario passionista di Castel Rozzone, che si è spento a 84 anni il 4 giugno 2021, il vescovo ausiliario di Dar Es Salaam e il presidente dell’associazione «Il Villaggio della Gioia onlus» Giammaria Monticelli, hanno messo a dimora due piantine di mango.Una festa che si è ripetuta sabato 12 novembre quando più di ottanta persone, tra amici, benefattori e soci della onlus, si sono ritrovate nella parrocchia di San Giuseppe a Dalmine per celebrare il ventennale di quel grande progetto di padre Fulgenzio che ha permesso di salvare centinaia e centinaia di bambini, molti orfani e abbandonati, adottandoli e dando loro una casa, una famiglia, istruzione e lavoro.
Un nuovo statuto
Prima della cena conviviale nel salone dell’oratorio, l’incontro ha fatto il punto della situazione degli ormai tre villaggi realizzati, che una delegazione di nove componenti dell’associazione ha potuto tornare a visitare dopo tre anni di lontananza. Sono stati inoltre presentati il libro commemorativo «20 anni… il desiderio di Baba Fulgenzio continua…», un viaggio cronologico fatto di immagini, testimonianze e scritti del Baba, e la litografia dall’artista dalminese Luigi Oldani raffigurante il volto sorridente di padre Fulgenzio. In chiesa
parrocchiale, nel corso della Messa celebrata in chiesa parrocchiale, di ringraziamento e ricordo degli amici e benefattori defunti, il parroco don Roberto Belotti ha ricordato di aver avuto l’onore di visitare tre volte la missione di padre Cortesi. Il presidente dell’associazione «Il Villaggio della Gioia onlus» Giammaria Monticelli, ha spiegato che nel nuovo statuto che si adeguerà alla normativa del terzo settore, l’oggetto sociale sarà ampliato inserendo lo studio e la continuazione delle opere del Baba. «Sono passati 20 anni – ha detto – ma anche chi, come noi, ha potuto vederlo dall’inizio continua a chiedere come sia stato possibile realizzare tutto ciò: un villaggio pieno di fiori, di studenti, i nostri piccoli ormai grandi che hanno lasciato il posto ad altri più piccoli. Negli ultimi mesi sono entrati 27 nuovi angioletti tra i 2 e i 4 anni, e sentire raccontare dalle suore le loro storie è stato un pugno nello stomaco».
Un patrimonio che cresce
Oggi, al Villaggio della Gioia ci sono 9 case famiglia per 150 bambini, tre conventi per le «mamme degli orfani» (la congregazione di suore che padre Fulgenzio ha fondato nel 2006), scuola materna, primaria e secondaria per 1.800 studenti, due panifici, fattoria, falegnameria e la chiesa. A 380 chilometri, il Villaggio della Luce di Mikumi, ospita altri 40 bambini, un asilo per 150 bambini, scuole primarie per 800 bambini e il convento. E infine, a Vejula, c’è il nuovo centro di accoglienza e noviziato per le suore. «Sono più di 50 – conclude Monticelli – ed è grazie a loro che il sogno di Baba Fulgenzio può continuare e crescere. Ma né loro né noi ci sentiamo soli perché la sua presenza si percepisce forte e continuamente: ce ne siamo accorti quando abbiamo pregato sulla sua tomba.
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