Il Bosco dei Dossi di Fara d’Adda, un impegno concreto contro il cambiamento climatico
Il progetto L’iniziativa di Fondazione Cassa rurale di Treviglio, Banca di credito cooperativo, Stucchi Spa, Phoresta onlus: l’area verde di Badalasco recuperata nel nome di ambiente, cultura e sociale.
Ambientale, sociale e culturale. Sono i tre ambiti di rilancio per il futuro del Bosco dei Dossi di Fara Gera d’Adda, un’area di 26 mila metri quadri in località Badalasco, frutto di un lascito alla Fondazione Cassa rurale di Treviglio da parte di Giovanni Raja, ex allievo dell’Agraria Cantoni, che diventerà un polmone verde in grado di assorbire qualcosa 9,2 tonnellate di anidride carbonica l’anno.
Ma anche di diventare materia di studio per le scolaresche, tramite una serie di pannelli informativi su flora e fauna locali, oltre che di impegno attivo per i ragazzi diversamente abili che, tramite la Cooperativa sociale Eureka, hanno già avuto modo di sistemare e pulire l’area boschiva. Il merito va a una sinergia tra la stessa Fondazione, la Banca di credito cooperativo di Treviglio, l’azienda metalmeccanica Stucchi Spa di Badalasco e «Phoresta onlus».
Nella mattinata di lunedì 6 giungo, nell’auditorium della Cassa rurale di Treviglio, la presentazione del progetto: la fruibilità del bosco per la popolazione arriverà tra l’autunno e la primavera. «L’idea è di organizzare un open day per la cittadinanza, non solo di Fara – spiega Franco Riz, presidente della Fondazione –, in modo che il bosco possa tornare a essere un punto di riferimento, grazie a questo progetto che si snoda su tre fronti: l’ambientale, il sociale tramite l’impiego di ragazzi diversamente abili per la sistemazione, e culturale per gli studenti delle scuole. Tre le fasi del progetto: la prima, conclusa ad aprile, ha riguardato la pulizia del bosco, dei sentieri interni, la messa in sicurezza del perimetro esterno attraversato da una strada sterrata frequentata soprattutto nei fine settimana; la seconda fase riguarderà la predisposizione della cartellonistica a fine didattico; la terza la stabilizzazione dei sentieri, con la posa di materiale in roccia in modo da permettere di usufruire del bosco anche a soggetti diversamente abili».
Il Bosco dei Dossi di Fara d’Adda.
Il tutto grazie all’impegno concreto della Stucchi Spa, storica azienda del territorio da sempre vicina al territorio con iniziative in ambito culturale, sociale, sportivo e ambientale. «Nel 2019, con il compianto Lorenzo Bergamini, allora presidente della Fondazione Cassa rurale, avevamo individuato il Bosco dei Dossi quale progetto in ambito green da inserire nelle nostre attività di responsabilità sociale – spiega Giulia Stucchi – per contrastare il cambiamento climatico e compensare le emissioni di Co2, uno dei più grandi problemi della nostra società. Ci auguriamo che questo progetto possa essere capofila in Confindustria per tante altre analoghe iniziative».
Il progetto si è poi potuto concretizzare anche grazie a un cospicuo contributo della Cassa rurale e al supporto di «Phoresta Onlus», associazione senza scopo di lucro che lavora da anni contro il riscaldamento globale. «Per noi di Fara d’Adda il Bosco dei Dossi ha sempre rappresentato un punto di riferimento fin dagli Anni ’70, quando era meta quotidiana in bici di noi ragazzi dell’oratorio – ha detto Giovanni Grazioli, presidente della Cassa rurale –: è bello auspicare ora che questo polmone verde torni ora a essere vivo». Il bosco si chiama dei Dossi perché oltre 70 anni fa l’area fu lavorata con dei dossi per irrigare un futuro vigneto che non venne poi realizzato.
Oggi ospita querce, aceri, carpini, frassini e robinie. I lavori sono stati eseguiti manualmente dai ragazzi diversamente abili di Eureka in modo da salvaguardare la fauna, in particolare la presenza del coleottero noto come «cervo volante». Soddisfatto a tal proposito il Comitato ambientale di Fara, presente con Francesco Casulli. «Per Fara il Bosco dei Dossi è un luogo del cuore, per questo non posso che ringraziare per quanto si sta facendo a nome della comunità», ha detto il sindaco Raffaele Assanelli. Il progetto è stato «supervisionato» anche dai carabinieri forestali, rappresentati dal comandante di Curno, maresciallo Iuri Donini.
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