I tremila orobici senza neve: per chi scia, slalom tra ghiaccio ed erba
Fa più caldo in quota che in pianura. Sui Tremila orobici, solo negli anfratti all’ombra c’è ancora un po’ di neve
Come era nelle previsioni da alcuni giorni il fenomeno dell’inversione termica continua a far sentire i suoi effetti anche sul nostro territorio. Alle temperature minime sotto zero registrate ieri nelle aree di pianura (-2,2 a Brignano Gera d’Adda, -0,7 a Filago, -2,1 a Geromina di Treviglio) fanno purtroppo da contrasto quelle positive delle località di montagna; +3,1 alla Baita Termen al Monte Pora, +3,3 Zambla Alta, +3 al rifugio Vodala a Spiazzi, +2,1 a Capovalle di Roncobello e +1,2 al rifugio Curò)
Ai 3.050 metri del Pizzo Coca la stazione del Centro meteo lombardo ha registrato, alle 19 di domenica 16 gennaio, un valore di -8,3 a fronte dei -15,8 di martedì scorso. Questa situazione meteo non ha quindi giovato alle stazioni sciistiche, che da alcuni giorni si sono purtroppo viste costrette a fare a meno degli impianti di innevamento artificiale.
Le speranze dei gestori, così come quelle degli appassionati degli sport invernali, è che nei prossimi giorni si possano iniziare ad intravedere quei mutamenti su scala globale che permettano così alla neve di tornare ad imbiancare le nostre montagne. Dell’ultima nevicata, che risale ormai all’Immacolata, rimane ben poco visto che sci alpinisti e ciaspolatori sono costretti a compiere anche spostamenti sull’erba, pur trovandosi a quote superiori ai 2000 metri. Si tratta purtroppo di una situazione nuova che, nemmeno negli inverni peggiori, aveva visto protrarsi il periodo siccitoso oltre la metà di gennaio. Per quanti giungono poi sulle piste di Lizzola risulta emblematica la vista panoramica sui tremila delle Orobie, che riescono a mantenere un piccolo quantitativo di neve solo negli anfratti dove risulta minima l’incidenza dei raggi solari. La mancanza di neve ha però anche indotto molti escursionisti a tornare sui percorsi estivi che conducono ai rifugi come dimostrano le decine di presenze nella zona della Baita Cassinelli e della Grotta dei Pagani in Presolana oppure le tante auto parcheggiate all’imbocco dei sentieri verso i rifugi Merelli al Coca e Curò. Tra le attività sportive che possono risultare «anacronistiche» per il periodo, la presenza sulle strade di numerosi ciclisti oppure di scalatori nella zona del Pinacolo di Maslana a Valbondione; quest’ultima pratica, in particolare, prevede infatti l’arrampicata in parete fino a quote superiori ai 1.800 metri, cosa assai remota in condizioni meteo normali.
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