«Guardie private e controlli mirati»: così il luna park si tutela dalle gang
ROMANO. Fiera più sicura dopo gli scontri dello scorso anno. Il sindaco: «Primi giorni andati bene». I gruppi arrivano in treno da Milano e Brescia. Il decano dei giostrai: «Qui di casa da generazioni».
«Noi qui a Romano siamo di casa. Ci veniva mio papà e scaricava dal carretto le piastre dell’autopista, che era coperta con un tendone: se nevicava, erano guai. Oggi la tecnologia ci aiuta molto nel lavoro, anche se c’è il risvolto della medaglia: le nuove generazioni magari preferiscono chattare e usare lo smartphone anziché venire al luna park. Comunque, per fortuna, ci vengono ancora in tanti, anche da lontano: noi di problemi non ne abbiamo
avuti». Roberto Barbera ha 64 anni e appartiene a una storica famiglia di giostrai. Al suo fianco, dietro il microfono dell’autoscontro in piazza Fiume a Romano, c’è il figlio Marco. È il primo fine settimana della Fiera di San Biagio a Romano – che ricorda la fondazione della città, fatta risalire al 3 febbraio 1171 – e le giostre resteranno fino al 4 febbraio. Lo scorso anno proprio questo luna park fu il primo nella Bergamasca a essere preso di mira dalle gang di ragazzini che, organizzati sui social e spostandosi in treno da Brescia o Milano, avevano creato più di un problema sul fronte della sicurezza. A Romano e poi anche a Treviglio e Bergamo. Tanto che quest’anno si è corsi ai ripari a priori.
«Un anno fa eravamo impreparati perché non ce lo aspettavamo proprio – ammette il sindaco Sebastian Nicoli –: del resto siamo la prima fiera in calendario nel corso dell’anno. La fiera è stata inaugurata ieri (sabato per chi legge, ndr) e finora è andato tutto bene, a parte qualche piccola scaramuccia: quest’anno abbiamo preallertato la questura proprio a seguito dei fatti dell’anno scorso quando questi ragazzini, raggruppati in bande, arrivavano con il treno per scontrarsi qui alla nostra fiera. Non deve più succedere e, se dovesse succedere, dobbiamo essere preparati. Per questo abbiamo raddoppiato la presenza della polizia locale e chiesto ai giostrai che nell’accordo venisse prevista la presenza di un servizio d’ordine privato. Non solo: la zona è presidiata anche dai volontari dell’Associazione carabinieri e della locale sezione della Croce rossa. Il rapporto con le forze dell’ordine è collaborativo e auspichiamo che quest’anno vada tutto liscio. Il primo fine settimana è andato bene».
I momenti più frequentati del luna park sono il sabato e la domenica pomeriggio, con la presenza di molti giovani, mentre la mattina dei fine settimana ci sono anche tante famiglie che si aggirano tra giostre e bancarelle. Quest’anno a fare da cornice alle giostre c’è anche la ruota panoramica da 22 metri, nuova fiammante, inaugurata anch’essa sabato e già diventata tra le attrazioni più frequentate perché permette di godere di una vista insolita, dall’alto, di tutto il centro della cittadina della Bassa.
«Noi con Romano siamo legatissimi: i nostri figli hanno fatto qui la Comunione e la Cresima – aggiunge Roberto Barbera mentre vende i gettoni e attiva l’elettricità dell’autopista di famiglia –. Abbiamo anche previsto una promozione il martedì e il giovedì in tutto il luna park: “Paga uno, prendi due”. Il nostro è un divertimento sano, dal vivo, senza telefonini a far da tramite». Le giostre sono 35 e ci lavorano cento persone appartenenti a varie famiglie di giostrai che arrivano da tutta Italia.
«Giriamo tutto l’anno: dopo Romano andremo a Chiari, dove 32 anni fa è nato mio figlio Marco
perché eravamo lì, come io sono nato a Casalpusterlengo per lo stesso motivo – aggiunge ancora Barbera –, mentre mio fratello a Parma, mia mamma a Genova e i miei cugini a Bergamo e Brescia. Oggi, rispetto a tanti anni fa, magari la gente preferisce chiudersi nei centri commerciali. Tempi addietro le giostre erano l’unico divertimento assieme alle discoteche. Noi siamo ancora oggi motivo di folklore vero e concreto». Proprio al centro della fiera sorge la gelateria «Da Manu e Gigi», aperta nel 2013 da Manuela Tosseghini e dal marito Gigi Piana. «Noi chiudiamo presto perché ovviamente lavoriamo più d’estate, vista la tipologia di prodotto – spiegano –, però non abbiamo mai assistito a situazioni rischiose o a problemi particolari, anche se l’anno scorso avevamo sentito che qualcosa era successo».
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