Guardia medica, l’allarme rientra? «Tutte le 27 sedi resteranno attive»

SANITÀ TERRITORIALE. Giupponi (Ats): «Per giugno fiduciosi di trovare tutti i professionisti necessari al servizio: già 15 nuove adesioni. L’esodo verso altre province? Non ci risulta».

Dietrofront, le sedi di guardia medica rimarranno attive. Tutte e 27. È la rassicurazione che Massimo Giupponi, direttore generale di Ats Bergamo, si sente di dare «alla luce dei medici che contiamo di contrattualizzare in numero pressoché identico a quelli che in passato hanno garantito il servizio». Vale a dire 65 professionisti, mentre fino a un paio di settimane fa – a metà maggio – erano soltanto 38 quelli che avevano confermato la volontà di rinnovare il contratto per la continuità assistenziale.

Cosa cambia, quindi, rispetto al quadro delineato cinque giorni fa, ovvero la previsione di una «temporanea sospensione» di ben 20 sedi sulle 27 presenti sul territorio provinciale, il 74%? Nel file «Progetto turni del mese di giugno 2023», inviato nei giorni scorsi dall’unità operativa Gestione assistenza primaria, pediatria di famiglia e gestione convenzioni di Ats Bergamo alle email di tutte le 27 sedi di Continuità assistenziale, veniva messo nero su bianco l’elenco delle sedi che sarebbero rimaste attive: 7 su 27 cioè quelle di Albino, Clusone, Grumello del Monte e Trescore, Dalmine, Bergamo e Sant’Omobono Terme. Mentre le altre 20, dalle valli ai laghi alla pianura, erano accompagnate dalla dicitura «temporaneamente sospesa».

«Il prospetto (quello che indicava 20 sedi su 27 sospese, ndr) era stato fatto con i numeri di metà maggio – prosegue Giupponi – e senza la possibilità di vicariamento» ossia di far coprire più sedi a uno stesso medico, cosa che nei fatti avviene da tempo. Ora invece l’annuncio che «si va avanti con le 27 sedi», con Giupponi che si dice «fiducioso di arrivare a un numero di medici tendenzialmente uguale a quello precedente», vale a dire i 65 contrattualizzati fino a maggio. Erano 65, ma alcuni di loro avevano lasciato l’incarico, altri si erano detti non disponibili a rinnovarlo né interessati al nuovo bando che scade il prossimo 12 giugno. E i numeri erano precipitati alla quota di 38 medici disponibili a coprire i turni notturni e dei giorni festivi della guardia medica.

Al nuovo bando, che prevede la possibilità di contratti più flessibili, cioè da 12, 24 o 36 ore settimanali, si sono detti interessati «una quindicina di medici: noi procediamo a far firmare subito – prosegue Giupponi –, senza aspettare la scadenza del 12 giugno». Quanto alla questione economica – lo stipendio è di 23,39 euro lordi all’ora – Giupponi ricorda «il compenso forfait di 150 ore che spetta a chi ha almeno un vicariamento», ma sarebbero allo studio altre forme di incentivo. La campagna di recruiting ha insomma ingranato la quinta marcia: le call con i medici di continuità assistenziale si susseguono per intercettare più professionisti possibile e contrastare il temuto esodo verso altre Ats vicine o nuove tipologie di lavoro, come ad esempio nelle case di riposo.

Una situazione prospettata da un gruppo di medici nei giorni scorsi, motivata dal fatto che le condizioni di lavoro in guardia medica nella Bergamasca risultano difficili, con un’affluenza di pazienti, in alcune sedi, insostenibile. Un esodo che però a Giupponi «non risulta, anzi: tra i medici che ci hanno contattato per coprire i turni di continuità assistenziale, ce ne sono una decina che provengono proprio da Brescia e Milano». Inoltre «abbiamo coinvolto i medici di medicina generale e facciamo conto di arrivare a coprire la dotazione organica precedente il 31 maggio: ripeto, l’obiettivo è di mantenere la rete delle 27 sedi».

La presenza in sede

Ma cosa significa? Che i medici saranno presenti fisicamente in tutte le 27 sedi? «Saranno coperte o dalla presenza fisica dei medici – risponde il direttore generale di Ats – o da vicariamenti: ci saranno sedi con il medico presente per tre giorni la settimana e magari giorni in cui il medico non è stato individuato e allora garantirà il servizio su quella sede un medico di turno in un’altra», esattamente come sta già succedendo per molti dei punti più periferici.

Ci si chiede anche se la copertura oraria sarà garantita, oltre che nei festivi, anche dalle 20 alle 8 in tutte le sedi. «L’obiettivo – risponde il dg – è di avere la stessa copertura oraria, compatibilmente con la disponibilità di medici. Certo se ho sedi in cui di notte si registrano soltanto 5 accessi e troviamo medici che chiedono di lavorare fino alle 24, firmiamo il contratto con questi medici, piuttosto che lasciare sguarnita la sede».

E mentre per oggi sul tema continuità assistenziale è in agenda un incontro tra Ats e i sindacati; mentre i numeri esatti dei medici che hanno aderito al contratto lo si saprà all’inizio della prossima settimana, da Ats ricordano che «il 70% di chi si rivolge alla continuità assistenziale lo fa per consulti telefonici: la scommessa su cui si vuole lavorare – prosegue Giupponi – è di aprire una centrale operativa gestita da medici che possano gestire le criticità». Se ne ragionerà dopo l’estate. Intanto, occhi puntati sulle 27 sedi.

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