Gommone vandalizzato: i sub lanciano l’appello per comprarne un altro

FARA D’ADDA. Quello che utilizzavano per pattugliare le rive del fiume è stato danneggiato: «E dobbiamo pure sobbarcarci i costi di smaltimento. Chiediamo aiuto».

Il danno, ma pure «la beffa» per i sommozzatori volontari di Treviglio: nella notte fra sabato 14 e domenica 15 settembre era stato vandalizzato il gommone usato per il presidio del fiume Adda. Il danno era stato di circa 10mila euro, mettendo nel conto anche il motore rubato dall’imbarcazione. Ora a questa spesa ne dovranno pure aggiungere un’altra - fra i 200 e 300 euro -, per lo smaltimento della carcassa del gommone che aveva i tubolari in gomma e la chiglia in vetroresina andata in frantumi a causa del fatto che, l’imbarcazione, lasciata dai vandali andare alla deriva dopo essere stata danneggiata, aveva saltato una diga : «Purtroppo la vetroresina non può essere portata in discarica – spiega Giacomo Passera, presidente dell’associazione –. Deve essere smaltita in appositi impianti».

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Da qui la spesa aggiuntiva che va ad appesantire un bilancio dei sommozzatori già in rosso. L’associazione quindi, al momento, non può permettersi di pensare di riacquistare con le proprie forze un nuovo gommone. Con il Comune di Fara d’Adda l’associazione ha in essere un convenzione in base alla quale, nei fine settimana della stagione estiva, deve pattugliare le sponde per intervenire in caso di persone in difficoltà. «Al momento non sappiamo come faremo a garantire il servizio – spiega ancora Passera –. Un gommone usato e adatto al fiume, che deve essere molto agile e con un ridotto pescaggio, può arrivare a costare come minimo quattromila euro. Poi ci vuole un motore di almeno 25 cavalli il cui costo si aggira sui cinquemila euro. E noi dove andiamo a trovare novemila euro?». Si sperava, dopo l’atto vandalico subito, nell’avvio di una gara di solidarietà almeno fra i diversi enti con cui l’associazione collabora regolarmente. Fino ad ora, però, nessuno si è fatto sentire.

I sommozzatori, comunque, non sono tipi da piangersi addosso: «C’è ancora un po’ di tempo. Siamo fiduciosi che, prima o poi, qualcuno si farà sentire» auspica Passera. E se ciò non accadesse? «Accenderemo un altro fido in banca – conclude il presidente dei sommozzatori – e riacquisteremo quanto ci occorre per essere regolarmente presenti sul fiume la prossima estate». A quel punto, però, i sommozzatori dovranno prendere maggiori precauzioni per evitare che quando accaduto il mese scorso ricapiti. Il futuro gommone con motore non verrà più lasciato di notte sul fiume, ma verrà sempre messo al sicuro negli spazi a disposizione dell’associazione.

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