Fatou, raccolti 12mila euro. Ultimo saluto fuori dalla scuola

LA TRAGEDIA. Oltre le aspettative la raccolta fondi per il rimpatrio della 11enne. Il sindaco: «Ultimo saluto davanti alla sua scuola». Due indagati: atto dovuto.

A Caravaggio sono giornate di lutto e dolore per la morte di Fatou Sarr, la ragazzina di 11 anni del paese, ma originaria nel Senegal, morta giovedì pomeriggio all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo dopo essere finita sul fondo della piscina lunedì al parco acquatico Aquaneva di Inzago (Milano). Tutta la comunità si è stretta attorno ai genitori, di religione musulmana, al padre e alla madre, che ha 25 anni ed è incinta.

Venerdì il sindaco Claudio Bolandrini ha incontrato i famigliari di Fatou, la cui salma è già stato deciso che verrà riportata in Senegal, sull’isola di Bettenty dove la ragazzina è nata e cresciuta. Insieme hanno concordato che, prima del suo ritorno nel Paese di origine, la undicenne sarà ricordata anche a Caravaggio con una cerimonia civica. La data non è ancora stata fissata: prima bisognerà attendere che vengano espletate tutte le pratiche necessarie.

«Come luogo della cerimonia – spiega il primo cittadino – abbiamo scelto la piazza Castello, di fronte alla scuola elementare che Fatou amava frequentare. Dalle testimonianze che ho raccolto mi è apparso chiaro come fosse una ragazzina molto intelligente. Era qua solo da ottobre e già sapeva l’italiano. Mi ha inoltre colpito sapere che il suo desiderio era, un giorno, di tornare in Senegal dopo essersi laureata in Italia e essere diventata un carabiniere».

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La raccolta fondi ha superato l’obiettivo

Per riportare la salma di Fatou a Bettenty mercoledì pomeriggio i familiari della undicenne hanno lanciato una raccolta fondi. Ed è bastato un giorno per raccogliere quanto necessario. Sono state tantissime le persone che, rimaste molto colpite dalla tragica morte della ragazzina, hanno voluto dare il loro contributo con donazioni da 5 a 300 euro. E, alla fine, è stato raccolto il doppio dei seimila euro che erano stati chiesti. La raccolta fondi è stata infatti chiusa venerdì sera a 11.718 euro: «Siamo davvero senza parole – è il commento della famiglia –: abbiamo superato di gran lunga la soglia che avevamo immaginato e ve ne siamo infinitamente grati. I soldi raccolti saranno destinati a un fondo che useremo per riportare a casa Fatou, ma anche per sostenere tutte le enormi spese che questa triste questione ci richiede e ci richiederà».

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Venerdì ha parlato anche don Andrea Piana, vicario parrocchiale e responsabile dell’oratorio presente all’Aquaneva il giorno della tragedia. Per bocca del suo legale, Rocco Lombardo, si è detto «molto addolorato e turbato per quanto accaduto e vicino ai familiari di Fatou».

Don Piana «è addolorato e vicino alla famiglia, confortato dalla solidarietà ricevuta»

Allo stesso tempo si sente «anche sereno, perché ha raccolto molta solidarietà della cittadinanza oltre che dalla comunità musulmana caravaggina. E confida che la magistratura faccia serenamente la propria attività di indagine». Don Andrea è una delle due persone - l’altra è un bagnino del parco acquatico - che la pm titolare del caso, Alessandra Cerreti, ha iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo. L’iscrizione nel registro delle notizie di reato della pm consentirà ai due indagati di poter presenziar e, attraverso i propri consulenti, all’autopsia disposta dalla Procura del capoluogo lombardo e che si svolgerà per rogatoria a Bergamo. Autopsia alla quale presenzierà anche un consulente della famiglia, assistita dai legali milanesi Mirko Mazzali e Francesco Giuseppe Vivone.

Le indagini

Una vicenda terribile e sconcertante al tempo stesso, come trapela da Palazzo di Giustizia di Milano. Non sono pochi i profili su cui si vuole vedere chiaro. E non si tratta solo di appurare quali siano le cause della morte della piccola Fatou e le dinamiche che hanno portato al suo decesso. Gli inquirenti indagano sulla gestione dell’acquapark e dei soccorsi, ma anche sull’organizzazione stessa dell’oratorio estivo. C’era un unico adulto, il sacerdote indagato, ad accompagnare 200 bambini e tutti gli educatori presenti erano minorenni e nessuno si sarebbe accorto della tragedia che si stava consumando.

Sarà necessario inoltre accertare quale tipo di accordo sia stato stipulato dai genitori dei bambini in gita con l’oratorio e se abbiano sottoscritto dichiarazioni per esonerare da ogni responsabilità la parrocchia.

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