Droga, nella Bassa tragico record: consumi doppi rispetto a Milano
Nessuna frenata nel consumo di sostanze stupefacenti, nonostante le restrizioni legate alla pandemia: il monitoraggio promosso dall’Aga di Pontirolo in collaborazione con l’istituto Mario Negri di Milano mostra, nella Bassa bergamasca, solo una leggera flessione (10-15%) dell’utilizzo di cannabis e cocaina, mentre cresce del 60% l’eroina. Dati, quelli orobici, che rimangono molto elevati, nettamente superiori, ad esempio, a quelli di Milano.
Nella Bassa Bergamasca si continua a consumare più cannabis e cocaina che a Milano e cresce il consumo di eroina. Il Covid 19 e le relative restrizioni non hanno quindi fermato, anzi, hanno aggravato l’assunzione di droghe. È questo il risultato della sesta campagna di monitoraggio del consumo delle sostanze stupefacenti basato sull’analisi delle acque fognarie, promossa dall’Aga (Associazione genitori antidroga) di Pontirolo, in collaborazione con l’istituto farmacologico Mario Negri di Milano.
I dati sono stati presentati ieri, alla vigilia dell’odierna «Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga». Nella campagna di monitoraggio effettuata nel 2019 erano emersi consumi quotidiani di 89,17 dosi di cannabis ogni mille abitanti (in aumento del 76,9% rispetto al 2017) e 27,21 dosi di cocaina (in aumento del 57,2%).
Ora ci si aspettava un calo visti il coprifuoco, le limitazioni agli spostamenti e altre restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Invece non è stato così. «Focalizzando l’attenzione sulle sostanze più utilizzate, cannabis e cocaina – sono state le conclusioni dei ricercatori Sara Castiglioni e Ettore Zuccato per quanto riguarda il 2021 – il trend di crescita descritto nel 2019 sembrerebbe essersi concluso. I consumi, pur in leggera decrescita (-10/15%) sembrano comunque permanere a livelli elevati, nettamente superiori a quelli riscontrati in altre città, per esempio a Milano».
I risultati
Per quanto riguarda la cocaina si è passati a 23,35 dosi ogni mille abitanti; per la cannabis a 81,16. Una spiacevole sorpresa è invece l’aumento registrato per i consumi dell’eroina, che nel 2019 erano risultati pari a 1,95 dosi al giorno per ogni mille abitanti, nel 2021 sono passati a 3,25.
«I consumi di eroina, che risultavano stabili negli ultimi anni – evidenziano i ricercatori del Mario Negri – sono invece significativamente aumentati rispetto al 2019 (più 60%) e anche in questo caso risultano di molto superiori a quelli riscontrati a Milano». I dati relativi a Milano – per il 2019 – parlano infatti di 38,2 dosi di cannabis, 13 di cocaina e 0,8 di eroina.
I prelievi delle acque fognarie sono stati effettuati dal 17 al 23 maggio, in diverse fasce orarie, all’ingresso del depuratore Cogeide di Mozzanica, dove confluiscono i reflui di 18 Comuni della pianura per una popolazione di circa 95 mila abitanti: si tratta di un numero statisticamente molto importante e quindi proiettabile, secondo l’Aga, su tutto il territorio orobico, dove vivono più di un milione di persone. Amaro il commento del presidente dell’Aga Enrico Coppola: «Nonostante le limitazioni della pandemia – sostiene – non è cambiato nulla: i consumi di droga si sono mantenuti stabili su valori altissimi. E c’è la conferma del ritorno dell’eroina, che solitamente si inserisce in contesti di disagio come quello che nell’ultimo anno e mezzo ha causato il Covid».
Gli effetti della pandemia
Che fare quindi? «I servizi contro le dipendenze del privato sociale – propone Coppola – devono uscire di più sul territorio. Soprattutto le comunità educative che recuperano le persone attraverso le relazioni, hanno un’esperienza in questo campo che tutto il mondo ci invidia. Dobbiamo quindi avere la possibilità, supportati anche dalle istituzioni, di fare prevenzione fuori dalle nostre strutture: potremmo dare un contributo affinché le comunità locali diventino anche comunità educanti».
Durante la presentazione dei dati è intervenuta (con un contributo registrato) anche l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti che ha confermato l’influenza negativa della pandemia sul consumo di sostanze stupefacenti: «Quanto abbiamo vissuto – sono le sue parole – ha creato un grande disagio che si è purtroppo tradotto nell’aumento delle dipendenze dalle sostanze più varie». E ciò che, a suo avviso, preoccupa di più «è l’abbassamento dell’età di chi assume droga per la prima volta». Da qui l’importanza della prevenzione, «in particolare la “peer education”, svolta da chi è passato dall’esperienza della dipendenza riuscendo a uscirne, oltre che quella degli educatori e operatori che lavorano nelle comunità e anche dei genitori che hanno avuto figli con problemi di droga: è su questo fronte che dobbiamo fare molto di più».
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