Droghe sintetiche: scatta l’allerta anche nella Bergamasca per i «Catinoni»
SALUTE. Nella Bergamasca rilevati per la prima volta quattro casi di dipendenza da questa tipologia di droghe. Si presentano come polvere bianca. «Anche se assunti per brevi periodi, alterano in modo devastante l’equilibrio psichico».
È allerta anche nella Bergamasca sul fronte della diffusione delle droghe sintetiche. Le sostanze chiamate «Catinoni» (qui la scheda del ministero dell’Interno) stanno destando viva preoccupazione tra gli operatori dei Servizi che si occupano di dipendenze da sostanze stupefacenti. I pochi casi riscontrati – quattro in tutto – hanno evidenziato la pericolosità di queste droghe sull’equilibrio psichico degli assuntori.
Aumento delle prese in carico
Questo campanello d’allarme emerge dal bilancio dell’attività del 2023 dello Smi (Servizio multidisciplinare integrato) di Treviglio dell’Aga (Associazione genitori antidroga) di Pontirolo Nuovo. Un bilancio che mostra un aumento delle persone prese in carico per problemi di dipendenza da sostanze, rispetto al periodo segnato dal Covid. Gli Smi sono gli equivalenti privati dei Ser.d (Servizi dipendenze pubblici) che curano a livello ambulatoriale persone affette da vari tipi di dipendenze. A quello dell’Aga di Treviglio afferiscono utenti da tutta la provincia, con una percentuale maggiore (fra il 70 e l’80%) dalla Bassa Bergamasca, dall’Isola e da Bergamo. Quelli con un problema di tossicodipendenza presi in carico nel 2023 sono stati 396 (346 maschi e 50 femmine), in aumento rispetto al 2022 quando erano stati 372. Di questi, 257 si sono rivolti allo Smi di Treviglio dell’Aga per dipendenza da cocaina, 67 da cannabis, 51 per eroina e 21 per «altro». Nella voce «altro» è compreso un numero che potrebbe apparire statisticamente insignificante, ma rappresenta invece un segnale d’allerta da non sottovalutare: quattro sono le persone che hanno chiesto aiuto allo Smi di Treviglio per dipendenza dalle droghe sintetiche dette «Catinoni». Le sostanze si presentano solitamente come una polvere bianca da sniffare (sono sostanze strutturalmente analoghe al «Catinone», molecola psicoattiva presente in natura nella pianta del Khat).
«Effetti devastanti»
«Non è una droga nuova, ma è la prima volta che ne rileviamo la presenza sul nostro territorio di competenza – sostiene il responsabile del servizio, Roberto Santarpino – e il fatto ci preoccupa molto. Si tratta di una sostanza disinibente che ha un impatto devastante sugli equilibri psichici e psichiatrici del suo consumatore. L’abbiamo visto con i nostri occhi: anche se assunta per un breve periodo, come fra i sei mesi e un anno, rischia comunque di mandare letteralmente fuori di testa. Senza dimenticare, poi, anche i gravi effetti sul fisico che può causare, come l’insufficienza renale». I casi rilevati dallo Smi di Treviglio non sono passati inosservati e sono entrati nella campagna di monitoraggio sulla specifica sostanza che stanno portando avanti altri enti e istituzioni che si occupano del contrasto alle sostanze stupefacenti.
«Non sanno cosa assumono»
A cominciare dal laboratorio Cedam (Centro diagnostico ambrosiano) di Milano, a cui l’Aga manda il materiale biologico degli utenti che prende in carico perché vengano analizzati. «In diversi casi – rivela Santarpino – i risultati di queste analisi smentiscono quanto ci hanno detto le stesse persone che si rivolgono a noi. Ciò dimostra che, a volte, non sanno nemmeno cosa assumono. E ciò, ovviamente, aggrava ancora di più il quadro della situazione cui ci troviamo di fronte». La cocaina rimane, comunque, la sostanza più consumata e che interessa trasversalmente le persone di ogni età, estrazione culturale ed economica. Segue poi la cannabis «che – continua il responsabile del servizio – non ci stancheremo mai di ripeterlo, non è affatto vero che non crea dipendenza: chi si rivolge a noi con questo problema, da giovani ad adulti, ci chiede di aiutarlo a smettere di fumare cannabis perché da solo non riesce».E infine l’eroina (prevalentemente sniffata o fumata) il cui consumo sta salendo: nel 2022 erano stati 47 gli utenti presi in carico dallo Smi di Treviglio, nel 2023 sono stati 51: «Questa dipendenza – conclude Santarpino – purtroppo riguarda esclusivamente i giovani d’età compresa fra i 18 e i 27 anni». Per rispondere sempre meglio alla richiesta di aiuto di persone con problema di dipendenza da sostanze stupefacenti, l’Aga ha aperto alla fine del 2023 anche un nuovo Smi a Terno d’Isola, lo «Smi dell’Isola» rivolto in particolare ai più giovani: è già arrivato a prendere in carico 25 persone.
«Se ne parla troppo poco»
«I dati sul consumo delle sostanze stupefacenti evidenziano chiaramente quanto questo problema sia importante. Eppure se ne parla molto poco e ciò è davvero incredibile». Così, in merito al problema della pesante diffusione della droga sul territori, interviene don Massimo Belloli, collaboratore di don Chino Pezzoli, sacerdote bergamasco fondatore della Comunità terapeutica «Promozione umana» con sede principale nel Milanese e comunità terapeutiche anche a Castione della Presolana. Per don Massimo del problema droga si parla poco «anche in relazione all’età di chi la consuma: ormai le prime esperienze si fanno a undici o dodici anni. O delle conseguenze che la famiglia di un tossicodipendente è costretta a subire». Ma come mai se ne parla poco? Per don Massimo, «perché il problema ormai è accettato socialmente, come se fosse qualcosa che si può tenere sotto controllo. Invece bisognerebbe dire nel maggior numero di ambienti possibili che quando si ha a che fare con la droga non c’è proprio nulla che si può tenere sotto controllo. E la crescita dei dati dei consumatori lo dimostrano». Per il sacerdote la comparsa di nuove droghe potrebbe servire, paradossalmente, ad alzare l’attenzione sul problema in generale: «Passato però il clamore, dopo pochi giorni, purtroppo, non se ne discute più».
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