«Dopo lo tsunami di marzo qui siamo più immuni, ma il pericolo c’è ancora»
L’epidemiologo di Ats Alberto Zucchi commenta la situazione bergamasca: «Ora positività al 3%, un mese fa eravamo all’1% e a inizio pandemia al 70%. Le valli i territori più in sicurezza, meno le città».
Il primo concetto da evidenziare è chiaro: il trend dei casi positivi nella Bergamasca è in moderata crescita rispetto a quanto sta accadendo nelle province limitrofe, in particolare nel Milanese e nell’area di Monza e Brianza. Quindi nessun allarmismo «perché stiamo beneficiando paradossalmente di un sistema immunitario diffuso che sta reagendo, perché già messo a dura prova nei mesi scorsi».
Alberto Zucchi, epidemiologo di Ats Bergamo, invita a contestualizzare i numeri in crescita esponenziale in diverse province della Lombardia, con Bergamo accerchiata e che ancora regge nei numeri dei nuovi positivi (ieri +38 contagi e una media di 43 positivi nell’ultima settimana). «Dobbiamo continuare a essere uniti in questa battaglia con comportamenti responsabili. I territori che ora soffrono solo quelli risparmiati dalla tragica esperienza dello tsunami che ha colpito il nostro territorio.
Nonostante la fluttuazione giornaliera dei tamponi che vengono processati, la lettura del rapporto tra tamponi e positivi è particolarmente rilevante nel nostro territorio, perché ci definisce quanto la forza epidemica si stia muovendo. La media dei 40 contagi settimanali corrisponde a una positività pari al 3% nella Bergamasca. Un mese fa eravamo all’1% mentre a marzo - picco della curva epidemica e della pandemia - eravamo intorno al 70%. Questo dato ci rende consapevoli che la popolazione bergamasca sta contenendo la situazione sotto il punto di vista della quantità di casi, perché colpita parecchio prima». E qui ritorna il concetto di una sorta di immunità, che però non è uniforme nelle varie aree della provincia. «In base agli studi condotti da Ats sulla somministrazione dei test sierologici, abbiamo delineato un territorio con zone diversamente colpite e che presentano un’immunità diversa – evidenzia Zucchi –. Analizzando l’incidenza dei nuovi casi nell’ultima settimana (variazione settimanale e casi attualmente positivi per ambito territoriale), si evidenzia come le valli siano i territori più in sicurezza.
La Valle Brembana, la Valcavallina, la Valle Seriana, la Valle Imagna sono territori più in sicurezza perché hanno un minor numero di casi attualmente positivi e un minor numero di nuovi casi, un dato rilevante che misura la forza di impatto della nuova patologia. Diversamente gli ambiti territoriali di Treviglio, Alto Sebino, Romano di Lombardia e Bergamo restano territori un po’ più critici, sulla base dei dati aggiornati al 12 ottobre. La spiegazione, al netto di tecnicismi, è che le valli, maggiormente colpite all’inizio dell’epidemia, hanno un livello di sieroprevalenza maggiore e quindi un’incidenza molto bassa dei nuovi casi». Il servizio epidemiologia dell’Ats ha sviluppato anche una sorta di «sismografo», che misura l’incidenza dei nuovi casi a partire da giugno e la variazione giornaliera per ambito territoriale (i 14 ambiti comprendono Bergamo, Dalmine, Seriate, Grumello, Valcavallina, Basso Sebino, Alto Sebino, Valle Seriana, Valle Seriana superiore-Val di Scalve, Valle Brembana, Val Imagna-Villa d’Almè, Isola Bergamasca, Treviglio, Romano di Lombardia. «Si tratta di uno dei principali indicatori per capire come si stia muovendo il contagio insieme ad altri, tra cui la quantità di posti occupati nelle terapie intensive nella Bergamasca. Non tutti gli ambiti si stanno muovendo allo stesso modo.
Ci sono modeste crescite. Il grafico illustra, per ogni singolo ambito, il trend temporale dell’incidenza giornaliera a partire dai primi di giugno, rappresentata come linea puntiforme. La linea azzurra rappresenta la media mobile, ovvero il valore di ogni giorno rappresenta la media dei valori reali dei 7 giorni precedenti. Questa tecnica permette di fare emergere la tendenza generale reale, minimizzando gli sbalzi quotidiani determinati dalle differenti modalità di esecuzione e processazione dei tamponi». Una crescita contenuta nel complesso che non autorizza comunque ad abbassare la guardia dinanzi al quadro epidemiologico regionale, che continua a peggiorare: «Dobbiamo far tesoro dell’esperienza maturata nei mesi precedenti e dell’ondata che si è abbattuta sul nostro territorio. Se vogliamo vincere alla lunga questa battaglia non ci si può appoggiare solo alla risposta delle strutture ospedaliere. Bisogna sconfiggere il virus sul territorio con le opportune misure. Occorre grande prudenza, ma anche consapevolezza».
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