Dopo l’incendio, una famiglia di Arzago resta sfollata in agriturismo
LA VICENDA. Si allunga la permanenza fuori casa per i 4 inquilini nei locali danneggiati. Il Comune: «Non ci sono alloggi liberi».
Potrebbe allungarsi di qualche tempo la permanenza provvisoria fuori casa per la famiglia marocchina di Arzago d’Adda, la cui abitazione è stata danneggiata da un incendio divampato nel tardo pomeriggio di domenica. Marito, moglie e i due figli adolescenti hanno trascorso il secondo giorno nell’agriturismo «Le monache» di Rivolta d’Adda, individuato dai Servizi sociali del Comune di Arzago, in attesa che venga reperito un alloggio più idoneo, che in paese non è però disponibile, come spiega il sindaco Ugo Rivabene: «Non ce ne sono di liberi, per questo abbiano contattato alcuni Comuni vicini nella speranza di trovare un alloggio utilizzabile, ma senza esito, perché quelli non occupati sono sprovvisti di allacciamenti per le utenze domestiche, il cui ripristino richiede tempo. Per ora e per i prossimi giorni la sistemazione della famiglia evacuata è nell’agriturismo – ha confermato il sindaco – ma ci stiano interessando per trovare una soluzione più idonea».
L’appartamento non è agibile
Domenica la famiglia marocchina si è recata nell’appartamento reso inutilizzabile per il danneggiamento arrecato da fuoco e fumo, iniziando a pulire dove possibile e recuperare quanto risparmiato dall’incendio. «Non si conoscono le cause del rogo – ha sostenuto il sindaco – che ha interessato solo una parte dell’abitazione, i cui arredamenti e locali sono stati anneriti dal fumo».
L’incendio divampato domenica
L’incendio era divampato domenica poco dopo le 18, nell’alloggio posto al primo piano della palazzina di sei abitazioni di via Buonarrotti, al civico 6. In casa non c’erano i coniugi e i loro due figli, ma ad accorgersi del copioso fumo che fuoriusciva dalle finestre dell’abitazione è stato l’inquilino dirimpettaio, pronto poi a lanciare l’allarme al 112, la cui centrale operativa ha inviato sul posto due squadre dei vigili del fuoco di Treviglio e una di Dalmine.
Il fumo, salendo verso il piano superiore, era stato inalato anche da due sorelle marocchine che dal balcone seguivano le operazioni di spegnimento: per entrambe trasporto precauzionale in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale trevigliese, da dove, dopo le visite del caso, sono state dimesse.
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