Dolore a Mozzanica, Ester muore all’improvviso a 15 anni

BANDIERE A LUTTO. Non aveva problemi di salute, era stata dimessa una prima volta pensando a un’influenza. Sabato la situazione è precipitata, domenica il decesso in ospedale: probabile perforazione dell’intestino.

Si chiamava Ester Raimondi, aveva 15 anni e nessun problema di salute. Se n’è andata in 36 ore, quelle che sono trascorse dai primi dolori all’addome avvertiti nel pomeriggio di venerdì alla morte di domenica mattina, passando per un intervento chirurgico durante il quale i medici del Papa Giovanni hanno fatto di tutto per salvarla.

Ester se n’è andata così, lasciandosi dietro una scia di sconcerto e di domande. «La Tac ha riscontrato una perforazione dell’intestino, il personale sanitario ci ha accennato a una sindrome di Crohn fulminante», racconta la madre Silvana Fossati. L’autopsia, in programma lunedì mattina, potrà dire di più su un decesso che in molti faticano ad accettare.

Se n’è andata in 36 ore, quelle che sono trascorse dai primi dolori all’addome avvertiti nel pomeriggio di venerdì alla morte di domenica mattina, passando per un intervento chirurgico durante il quale i medici del Papa Giovanni hanno fatto di tutto per salvarla.

Paese in lutto

Il Comune di Mozzanica, dove vive la famiglia della ragazza, ha cinto le bandiere istituzionali con un drappo nero «in segno di profondo cordoglio per il lutto che ha colpito ognuno di noi - scrive sui social il sindaco Simone Piana -. Dolore e sgomento hanno investito la nostra comunità, con la notizia dell’improvvisa morte di Ester».

«Era il mio raggio di sole»

«Mia figlia era solare, sempre allegra e piena di vita - la ricorda mamma Silvana -. Era brava a scuola e in famiglia. Evitava discussioni inutili ed era sempre disponibile con chi aveva problemi. Aveva grande energia e voglia di vivere. Era il mio raggio di sole».

Ester frequentava il secondo anno dell’istituto Oberdan di Treviglio, indirizzo Amministrazione, finanza e marketing. «Mai una nota, voti alti in tutte le materie. Le piaceva Biologia, in particolare la genetica, e anche la lingua spagnola - spiega la signora Silvana -. Aveva un bell’ingegno, era molto intelligente e andava a scuola volentieri. Era molto concentrata sullo studio, non faceva sport né aveva hobby particolari. Usciva con gli amici, anche se non aveva una compagnia fissa».

E proprio mentre era con gli amici, venerdì pomeriggio, ha accusato i primi dolori. «È tornata da scuola alle 16, ha mangiato qualcosa velocemente e poi è uscita - è il racconto della madre -. È rientrata a casa del papà, il mio ex marito Giacomo che abita a poca distanza da me, quando erano le 18. Ha raccontato di quanto le era successo poche ore prima, ma il male sembrava si fosse placato. Si sono seduti a vedere un po’ di tv, poi lei alle 19 ha fatto la doccia, dopo la quale ha cominciato nuovamente a sentire dolori molto forti all’addome. Si pensava a una colica; sa, i ragazzini vanno in giro poco coperti e pensavamo avesse preso freddo».

Le crisi non passavano, così papà Giacomo ha interpellato il medico di famiglia Luciano Foppa, il quale, dopo essersi fatto spiegare sintomi e altri particolari, ha consigliato di accompagnare la ragazza al pronto soccorso. «Nella serata di venerdì siamo andati all’ospedale di Treviglio - ricostruisce mamma Silvana -; alle 22 ci hanno trasferito nel reparto di Pediatria. Aspettavamo l’esito degli esami delle urine. Siamo stati due o tre ore in sala di attesa. Ester sembrava essere migliorata, avvertiva solo fastidio».

Dimessa dall’ospedale

Poi, quando giungono i risultati delle analisi, la visita con la pediatra di turno. «Le ha provato la saturazione. Ester aveva un valore di 84, non buono, io me ne intendo perché mia madre è morta di silicosi - dice la signora Silvana -. Ho provato a farlo notare, ma la dottoressa mi ha risposto che era normale fosse basso perché mia figlia era stata male. Comunque non aveva la febbre. La pediatra ha diagnosticato un virus influenzale e ha dimesso Ester prescrivendo l’assunzione di sali minerali».

Domenica l’Asst Bergamo Ovest, da cui dipende l’ospedale di Treviglio, ha espresso «massima vicinanza alla famiglia della giovane paziente». Nella nota si aggiunge che «è stata già avviata un’analisi dettagliata dell’accaduto con tutti gli approfondimenti necessari».

Alle due di notte Ester è tornata a casa col padre. «Giacomo mi ha raccontato che durante la notte è stata male altre quattro volte, ma che il volto sembrava aver ripreso colore», ricorda la mamma.

La situazione precipita sabato mattina. La quindicenne perde i sensi ripetutamente, il papà lancia così l’allarme avvertendo il 118. «È stata intubata a casa dal rianimatore dell’auto medica, poi hanno fatto intervenire l’elisoccorso con cui è stata trasportata al Papa Giovanni - continua la madre -. L’hanno attaccata ai macchinari salvavita perché i polmoni erano compromessi e il cuore non funzionava bene. La Tac ha riscontrato la perforazione dell’intestino. Alle 13 l’hanno portata in sala operatoria, da cui è uscita sei ore dopo. Ce l’hanno fatta visitare in serata, ma Ester non era cosciente. Non ho più avuto la possibilità di guardarla negli occhi - sottolinea con voce incrinata la donna -. Stamattina (domenica, ndr), tra le 8,30 e le 9, ha avuto un arresto cardio-respiratorio. Hanno provato a rianimarla, ma non c’è stato nulla da fare e così hanno staccato le macchine. Il personale del Papa Giovanni è stato qualcosa di meraviglioso, anche dal punto di vista umano. Hanno fatto di tutto e di più per salvare mia figlia. I medici ci hanno detto che a loro un caso del genere non era mai capitato».

Giovedì i funerali

Lunedì, dopo l’autopsia, la salma di Ester verrà trasferita nella chiesa di Santa Marta a Mozzanica dove sarà allestita la camera ardente. I funerali giovedì alle 10 in un paese che si stringe attorno a mamma Silvana e papà Giacomo, dipendenti di due ditte di Mozzanica (della RMR Impianti lei, e della Effeci Meccanica lui), e al fratello ventunenne Davide, che lavora alla Zucchetti di Antegnate.

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