Dolore a Mozzanica per Christian, morto in moto mentre andava al lavoro
LA TRAGEDIA. Christian Chessa, 23 anni, ha perso la vita giovedì 12 ottobre dopo un incidente sulla nuova rotatoria lungo l’ex Statale 11 davanti all’ospedale di Treviglio. Lavorava come operaio alla «Same». Gli amici del Cafè Roma: un ragazzo educato e gentile.
La nuova rotatoria a forma di otto di fronte all’ospedale di Treviglio, aperta alla circolazione nei giorni scorsi, è stata subito teatro ieri mattina, 12 ottobre, di un incidente costato la vita a Christian Chessa, operaio 23enne di Mozzanica. Il giovane è finito con la sua moto contro un new jersey in cemento del rondò. Ieri poco prima delle 6 viaggiava in sella alla sua «Kawasaki Ninja 600» per andare al lavoro nello stabilimento «Same» di Treviglio. Dopo lo schianto è stato soccorso e portato all’ospedale trevigliese: per la gravità del quadro clinico è stato poi trasferito al «Papa Giovanni» di Bergamo dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, durante il quale è purtroppo spirato.
L’incidente
L’incidente è accaduto all’altezza del doppio rondò a forma di otto, lungo la ex Statale 11, percorribile dai veicoli da alcuni giorni anche se sono in corso interventi sulle finiture di cordoli e aiuole, dell’illuminazione e delle definitive segnaletiche orizzontali e verticali. Un’area di lavoro indicata da segnaletiche gialle di precedenza, lampeggianti e cartelli del limite di velocità di 30 chilometri orari. Accorgimenti che non sono bastati a evitare l’incidente. Sul regolare funzionamento dei lampeggianti ieri sono stati sollevati dei dubbi da parte di alcuni automobilisti: chi lavora sul cantiere sostiene però che fossero in funzione, essendo crepuscolari gli interruttori della specifica segnaletica. Sempre dal cantiere hanno fatto sapere che la torre faro era spenta perché in precedenza parecchi automobilisti si erano lamentati in quanto ritenuta eccessivamente abbagliante. Ma c’è anche chi ha evidenziato che l’angolazione dei fari è stata modificata, domandandosi il perché. Ieri alle 5,45 il giovane Christan, una volta superato il cavalcavia che supera Brebemi e Tav, ha percorso il tratto rettilineo che porta al nuovo rondò senza riuscire a correggere la traiettoria del mezzo, forse anche a causa della velocità. Dai segni rimasti sull’asfalto si evince difatti che il ragazzo abbia tentato di frenare o scalare le marce per evitare di andare diritto, ma non è riuscito a evitare l’impatto contro un new jersey in cemento alto poco meno di un metro e posto a delimitazione dell’aiuola interna del rondò.
Dopo l’urto la barriera è stata abbattuta, il motociclista e la «Kawasaki» sono rimbalzati in mezzo alla carreggiata. Il giovane è rimasto a terra privo di conoscenza e le sue condizioni sono apparse gravi ai primi soccorritori. Sul posto sono intervenute un’ambulanza e un’automedica, giunte dal vicino ospedale: Chessa, dopo una prima visita al Pronto soccorso, è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Bergamo, dove poche ore più tardi si è spento. Dei rilievi si sono occupati gli agenti della Polstrada di Treviglio.
Dolore a Mozzanica
Il giovane era figlio unico e abitava a Mozzanica con la mamma Simona e il compagno di lei, Davide, mentre il papà del ragazzo vive in Sardegna. La famiglia quest’anno è già stata colpita da due lutti: la morte dei nonni materni di Christian. Il giovane lavorava come operaio alla «Same» dalla scorsa primavera, dopo aver fatto diversi lavori in seguito al completamento dei corsi per parrucchiere alla «Fondazione Ikaros» di Calcio. Al «Cafè Roma» di Mozzanica, suo bar di ritrovo, ieri hanno ricordato Christian come un ragazzo educato e gentile, con la passione per le moto.
Laura Rossoni, consigliera di minoranza del Pd a Treviglio, che nelle scorse settimane aveva segnalato la pericolosità di un punto del cantiere del rondò, segnato da rischiose inversioni di marcia di ambulanze e auto, ieri ha dichiarato: «Siamo di fronte a una tragedia enorme e il pensiero va alla famiglia del ragazzo. Resta il fatto che ci sono queste criticità la sera e la notte: gli svincoli non sono ben illuminati e non sono chiare le precedenze». Il sindaco Juri Imeri ha affermato: «Credo che in situazioni come queste si debba solo esprimere il massimo cordoglio e manifestare il profondo rispetto per la morte di un ragazzo e per il dolore dei suoi cari».
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