Disastro di Pioltello, nuove parti civili a processo: la difesa annuncia battaglia
Associazioni e sindacati hanno chiesto di essere ammessi al procedimento che vede imputati anche i vertici di Rfi. Si è costituito anche un passeggero di Romano.
Nell’udienza preliminare per il disastro ferroviario di Pioltello davanti al gup del Tribunale di Milano Anna Magelli sono state ammesse come parti civili, oltre a 64 passeggeri rimasti feriti nel deragliamento del treno pendolari Cremona-Treviglio-Milano del 25 gennaio 2018, solo un sindacato, Filt-Cgil Lombardia, più Medicina Lombardia.
Ieri, alla prima udienza del procedimento ordinario dinanzi ai giudici della quinta sezione del Tribunale penale del capoluogo lombardo, svariate associazioni e organizzazioni sindacali sono tornate alla carica chiedendo di poter entrare come parti civili nel processo che vede molti dei vertici di Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, imputati, tra le altre cose, di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose.Nell’elenco delle aspiranti parti civili fanno parte, tra gli altri, Cgil Lombardia; Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro); l’onlus Il Mondo che Vorrei: 29-09-2009 Strage ferroviaria di Viareggio; Movimento difesa del Cittadino; l’associazione consumatori Codici Lombardia; Codici - Centro per i diritti del cittadino; il sindacato OrSa; Usb; e Cub Trasporti - Confederazione Unitaria di Base. I difensori degli imputati e del responsabile civile Rfi hanno subito preannunciato battaglia. Ad ascoltare l’intervento degli avvocati Massimiliano Masucci, Ambra Giovene ed Ennio Amodio, le difese puntano al bersaglio grosso: da un lato, non vogliono far entrare nel processo nuove parti civili; dall’altro, si sono ripromesse di estromettere Filt-Cgil Lombardia e Medicina Democratica, e cioè le due sole parti civili ammesse e già costituite.
Sempre ieri si è costituito in extremis un altro passeggero uscito incolume dal tragico impatto della terza carrozza, quella in cui morirono anche Ida Milanesi, 61 anni di Caravaggio; e Pierangela Tadini, 51 anni di Gera d’Adda. Si tratta di un carpentiere di Romano Lombardo di origine albanese, Marku Zuf, rappresentato dall’avvocato bergamasco Eugenio Sarai. «Ho subito due interventi alla spalla, mi hanno inserito dei chiodi e la funzionalità dell’arto non è più la stessa. Naturalmente la mia capacità lavorativa è diminuita e non poco», ha raccontato il 57enne a margine dell’udienza svoltasi nell’aula magna della Corte d’Assise d’Appello.
Il collegio presieduto dal giudice Luisa Savoia ha aggiornata scioglierà la riserva sulle richieste delle parti civile all’udienza del 25 gennaio, a quattro anni esatti dal deragliamento.
Sempre ieri si è appreso che è stata stralciata la posizione di uno dei 10 imputati, Ernesto Salvatore, responsabile del Nucleo manutentivo lavori di Treviglio. Nonostante il gup Magelli, in sede di udienza preliminare avesse bocciato un patteggiamento a tre anni e sei mesi, giudicando la pena troppo bassa, la difesa e i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno depositato un nuovo patteggiamento, stavolta alzando la pena a quattro anni di reclusione. Il prossimo 4 novembre, un altro collegio, sempre della quinta sezione penale e presieduto dal giudice Alessandro Santangelo, si pronuncerà nel merito rispetto alla congruità del patteggiamento.
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