Covid, i dati dei ricoveri nella Bergamasca: le terapie intensive sono sempre più vuote
Al «Papa Giovanni» zero entro fine mese, Pezzoli: «Obiettivo alla portata, la campagna vaccinazioni sta facendo la differenza». Nei nostri ospedali ora sono 91 i pazienti Covid: in 40 giorni 306 in meno nei reparti, 49 posti liberati in area critica.
Era il 26 aprile, primo giorno di zona gialla per la Lombardia dopo settimane tinte di rosso e arancione rinforzato. Nella Bergamasca si contavano 397 ricoverati Covid, di cui 61 in Terapia intensiva (nel territorio regionale 4.425: 3.824 nei reparti ordinari e 601 in area critica). Dopo 40 giorni il quadro è mutato con un calo drastico dei ricoveri, attribuibile anche agli effetti della campagna vaccinale: ieri si sono segnalati in provincia 91 ricoverati (79 ordinari e 12 in Terapia intensiva): quindi ben 306 pazienti in meno (-76,4%), con 49 posti liberati (-80,3%)in area critica da quel 26 aprile, data simbolica di rinascita con le riaperture graduali e i ritrovati spazi di normalità. Ma anche una boccata di ossigeno per i vari ospedali: coi ricoveri in calo e le Terapie intensive verso lo svuotamento si possono gestire meglio le attività ordinarie e di sala operatoria. Il calo dei ricoveri è tangibile in tutta la Lombardia: ieri erano 1.057 i ricoverati, di cui 887 nei reparti ordinari (52 in meno in un giorno) e 170 in Rianimazione (ulteriore calo di 13 unità), con un 12% di posti letto occupati in entrambi i reparti (dati Agenas). Dal 26 aprile si sono liberati ben 3.368 posti (431 solo in Terapia intensiva).
PezzolI: «A zero per fine mese»
Al «Papa Giovanni» il 26 aprile erano 83 i pazienti Covid, di cui 28 in Terapia intensiva, ieri erano 31 (24 acuti e 7 in area critica). «Abbiamo registrato un calo di un terzo di pazienti ricoverati – sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII –. Il trend è in evidente diminuzione con 1-2 nuovi ricoverati a settimana. Non abbiamo certezze, ma dovremmo arrivare allo svuotamento delle Terapie intensive Covid entro fine mese, se non si presentassero più pazienti con sintomatologia. La campagna di vaccinazione sta facendo la differenza, ma non si deve abbassare la guardia: venerdì abbiamo ricoverato tre pazienti Covid, non vaccinati e sotto i 60 anni. L’azzeramento dei posti Covid è un obiettivo alla portata incrementando le vaccinazioni. Siamo di fatto al livello 1 per i posti Covid, con i letti che si svuotano e il reparto di Malattie infettive che offre comunque 40 posti». Sull’attività di sala operatoria, Pezzoli spiega: «Ci stiamo attestando verso l’84%, ci sono anche le ferie da garantire a tutti, visto che da un anno e mezzo si va avanti senza sosta. Ma da settembre andremo oltre il 100% di attività operatoria, recuperando anche il 5-6% di ciò che è stato accumulato. Prevediamo 550 interventi in più per sanare l’arretrato. L’attività ordinaria procede perché ricoveriamo chi arriva in pronto soccorso garantendo le cure necessarie; per le liste d’attesa degli interventi dovremo appunto recuperare, anche se sono state sempre salvaguardate l’emergenza/urgenza e le patologie tumorali».
Perotti: «Passaggio alla fase 1»
Il 26 aprile erano 91 i ricoverati, di cui 5 in Terapia intensiva nel plesso di Seriate; ora si è scesi a quota 20 pazienti Covid (un degente in area critica al Bolognini). La ripartizione: 7 pazienti a Seriate, 2 ad Alzano, 4 a Lovere e 7 a Gazzaniga. «Siamo in attesa di ricevere da Ats l’autorizzazione al passaggio alla fase 1 in modo da liberare ulteriori posti letto da destinare alla ripartenza – puntualizza il direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est, Gabriele Perotti –. Di certo le norme sul distanziamento e la carenza di specialisti rendono difficile ipotizzare un pieno ritorno al periodo pre Covid. Dobbiamo utilizzare il periodo estivo per consentire ai sanitari un po’ di riposo dopo un periodo davvero estenuante e arrivare a settembre con nuova energia per affrontare la sfida del ritorno alla normalità. Stiamo portando avanti alcune procedure per tentare di tamponare la carenza di personale medico e per alcune figure professionali è necessario anche assicurare un idoneo tempo di inserimento e formazione».
Castoldi: «Più attività chirurgica»
Situazione in progressivo miglioramento anche alle Cliniche Gavazzeni. Il 26 aprile, primo giorno di zona gialla, la struttura ospitava 31 pazienti Covid (di cui 5 in area critica), dopo oltre un mese i degenti sono 8 (2 in Rianimazione). «L’attuale livello 2 di attenzione permette anche a noi di riprendere con maggiore programmazione l’attività chirurgica in tutti le aree mediche, mentre nei mesi passati l’attività non procrastinabile e di urgenza è sempre stata garantita, così come l’attività ambulatoriale e oncologica – evidenzia Massimo Castoldi, direttore sanitario di Humanitas Gavazzeni e Castelli –. L’Emergency Center, oltre a un reparto di Terapia Intensiva, dispone di camere singole di degenza a pressione negativa, quindi idonee per la gestione di pazienti infettivi».
Numeri contenuti anche al Policlinico Ponte San Pietro (gruppo Iob): ieri erano 21 i degenti Covid (2 in Terapia intensiva), mentre il 26 aprile si contavano 57 degenti (6 in area critica) e anche il Policlinico San Marco ospitava 3 pazienti in Rianimazione (ora è Covid free). Dagli Iob evidenziano che, in linea con le indicazioni regionali, prosegue gradualmente la ripresa delle attività ordinarie programmate. Negli ospedali dell’Asst Bergamo Ovest sono 11 i ricoverati Covid (tutti a Romano; Terapie intensive e reparti svuotati a Treviglio). Il 26 aprile erano 85 i degenti, con 14 letti occupati (su 17) di Terapia intensiva a Treviglio. L’Istituto Palazzolo e la Casa di cura San Francesco di Bergamo e l’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino sono Covid free.
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