Covid, discesa costante. Signorelli: «Ma la partita non è ancora finita»
La cabina di regia conferma: Lombardia zona gialla. Signorelli (Cts regionale): «Nessun effetto riaperture». Venerdì nessun decesso in provincia.
Sarà la quarta settimana consecutiva in giallo. Non capitava da febbraio, quando tutto il mese filò via interamente con quella tonalità. Ma, a differenza di quel che accadde sul finire di febbraio, ed è una differenza decisiva, all’orizzonte non paiono esserci le avvisaglie di un colpo di coda del virus. Al consueto appuntamento del venerdì, che per le regioni significa la validazione del monitoraggio della cabina di regìa e dell’Istituto superiore di sanità, la Lombardia ci è anzi arrivata con un Rt in calo, a 0,86 (intervallo 0,84-0,88), dopo due settimane di rialzo (0,92 al monitoraggio di venerdì 7 maggio, 0,84 al 30 aprile e invece 0,72 al 23 aprile) che facevano temere un possibile slittamento in arancione. Invece no, appunto: la Lombardia si appresta a vivere la quarta settimana di fila in fascia gialla, con «classificazione complessiva di rischio» ancora «moderata».
Nessun rimbalzo
Gli effetti delle riaperture scattate dal 26 aprile, insomma, paiono non sentirsi. «Normalmente dovrebbero vedersi dopo due-tre settimane, invece negatività al momento non ci sono e la curva continua la discesa», osserva Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene e sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele e componente del comitato tecnico scientifico regionale.
Non plana casualmente verso il basso, la curva: «Le curve epidemiche, vale in tutto il mondo e s’è visto anche nella prima e seconda ondata, hanno un’evoluzione che si esaurisce sempre in circa dieci settimane, e questo sta accadendo anche adesso – prosegue Signorelli -. La curva scende di più perché nel frattempo è cresciuto in maniera importante il numero di vaccinati: anche se con una sola dose, hanno una copertura iniziale dopo una settimana-dieci giorni dall’inoculazione. È verosimile pensare che questo abbia inciso sulla diminuzione dei contagi, dei casi gravi e dei ricoveri, mentre sui decessi ancora l’effetto non si vede completamente». Sulla campagna vaccinale, tra l’altro, già da tempo Signorelli aveva proposto il posticipo delle seconde dosi, scelta che è stata ora effettivamente introdotta: «Un meccanismo che permette di aumentare la copertura con le prime dosi – riassume il professore -. La mancanza di vaccini è però un problema, speriamo che nelle prossime due-tre settimane ci siano forniture soprattutto di Pfizer. Gli obiettivi fondamentali sono due: chiudere la campagna entro luglio, prima delle vacanze, e capire come funzionerà nel dettaglio il “pass verde”. Questo punto sarà da risolvere subito a livello europeo, in vista dell’estate».
«La partita non è finita»
Il monitoraggio di ieri s’è basato sullo schema collaudato di indicatori, ma il pressing è quello di una modifica. L’Rt resta al centro del dibattito: «È un parametro che ha dei grandi limiti: quando i casi sono molto pochi, il fatto che sia superiore a 1 perde di significato – riflette Signorelli -. Non ci si deve far impressionare da picchi che riguardano numeri molto bassi. Mi pare che i dati più importanti siano i cali dei ricoverati, soprattutto nei reparti ordinari, e questo è coerente con la discesa dell’età media delle infezioni. Ci aspettiamo quel che è avvenuto in Inghilterra: la mortalità zero». Tutto roseo, dunque? Serve ancora prudenza, e Signorelli ha l’assist della metafora: «La partita non è finita. Anche l’Atalanta al momento sarebbe in Champions League – sorride il professore -, ma ci sono ancora due partite da giocare e gli ultimi punti da conquistare».
I dati di giornata
Il quadro epidemiologico quotidiano si conferma stabile, a Bergamo e in Lombardia. In territorio orobico ieri sono stati 129 i nuovi positivi, in linea con i 127 di giovedì, e non si sono registrati morti per Covid dopo i quattro giorni precedenti con 10 decessi totali; 1.160 le nuove infezioni diagnosticate in tutta la Lombardia su 44.005 tamponi: il tasso di positività resta per il quarto giorno consecutivo al di sotto del 3% (2,64% ieri). Resta contenuto il tributo umano, 23 i decessi per Covid venerdì.
Si sono liberati altri 106 posti letto negli ospedali lombardi (-6 le terapie intensive, -100 i ricoveri ordinari); le strutture della provincia di Bergamo accolgono ora 238 ricoverati (-26), di cui 38 in rianimazione. Scendono a 52 (-2) i ricoverati del «Papa Giovanni», 14 dei quali in terapia intensiva. La pressione è calata in modo considerevole nei presìdi dell’Asst Bergamo Est, dove ora sono 52 (-16) i ricoverati: 23 a Seriate (6 in terapia intensiva), 7 ad Alzano, 1 a Piario, 6 a Lovere, 15 a Gazzaniga. Minima la diminuzione quotidiana per l’Asst Bergamo Ovest, ieri a 54 pazienti (-1) tra gli ospedali di Treviglio (40, di cui 6 in intensiva) e Romano di Lombardia (14). Prosegue il calo anche al Policlinico San Pietro, ora con 44 ricoverati (-2) di cui 5 in terapia intensiva, e anche al Policlinico San Marco, adesso con un solo ricoverato (-1) in terapia intensiva. Invariata la situazione all’Humanitas Gavazzeni, con 19 ricoverati (6 in terapia intensiva). Sensibile riduzione anche alla Casa di cura Palazzolo, che scende a 16 posti letto occupati (-4).
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