Comandante dei Vigili del fuoco a 30 anni
«Qui in caserma una seconda famiglia»

Col lockdown abbiamo vissuto anche qui in caserma dei momenti che mai avrei immaginato di vivere nella mia vita: ci siamo divisi in squadre da cinque ciascuna, senza incrociarsi mai. Tamponi e sierologico ci hanno detto che ci siamo comportati correttamente e per me è una vittoria». Amos Moriggi ha 30 anni ed è il nuovo capo distaccamento dei vigili del fuoco volontari di Treviglio: la sua nomina è arrivata dal comandante provinciale Calogero Turturici nel clou dell’emergenza sanitaria – il 19 marzo scorso – e i drammatici fatti di quei giorni lo hanno subito scaraventato nel vortice della gestione di un distaccamento che raggruppa 22 volontari e che, da gennaio, ha già svolto 574 interventi nell’area di competenza, la pianura occidentale.

Dimostrando subito di essere assolutamente all’altezza nel nuovo incarico, come spiega nel suo ufficio, con alle spalle la foto dello storico predecessore Giuseppe Oggionni e ricordando i comandanti che lo hanno preceduto, Rolando Fagioli, che lo accolse nel 2008 da diciottenne, e soprattutto Ettore Premoli, che lo ha «plasmato» nei dieci anni del suo comando, prima di cedergli il testimone. Nativo di Pagazzano, residente da 15 anni con la famiglia a Brignano, di professione tecnico dell’Enel, fin da bambino, alla domanda su cosa avrebbe voluto fare da grande, ha sempre risposto: «Il pompiere». Un sogno che si è avverato. «Da bambino mi portavano spesso a nuotare alla piscina che è proprio qui accanto al distaccamento – racconta – e ricordo che guardavo sempre molto affascinato i camion rossi parcheggiati qui in caserma. Così, a 18 anni, mi sono presentato: seguito un corso di formazione di duecento ore a Dalmine, ho poi conseguito anche le patenti per guidare le autobotti e le autoscale che vedevo da bambino. Per me la caserma è sempre stata una seconda famiglia».

Dodici anni dopo la nomina a capo del distaccamento: «Devo ringraziare tutti i nostri volontari – racconta – perché nei giorni della pandemia hanno dato la priorità agli interventi, spesso anche mettendo in secondo piano le loro famiglie. Hanno lasciato a casa la paura e messo davanti lo spirito di servizio. Un atteggiamento encomiabile in momenti drammatici: c’era chi chiamava qui in caserma sperando che, così facendo, avrebbero fatto intervenire anche l’ambulanza. Per fortuna noi eravamo preparato dal punto di vista tecnico: i dispostivi e le tute per gli interventi “Nbcr”, ovvero nucleare batteriologico chimico radiologico, che avevamo sempre usato nelle esercitazioni, stavolta si sono rivelati utili negli interventi».

Moriggi è certo che la formazione sia fondamentale: «Non siamo più negli Anni Ottanta e non si possono più fare le cose senza seguire regole e protocolli – spiega –. La formazione è fondamentale. Ora abbiamo 7 ragazzi che sono in lista per poter accedere ai corsi e diventare volontari. Un aspetto che l’emergenza Covid-19 ha contribuito ad accelerare sono infatti i corsi per le nuove leve, oltre ai corsi per gli interventi in acqua in vista della collocazione di un gommone per i salvataggi qui in caserma, assieme agli altri nostri mezzi». Sul fronte dei numeri, durante l’emergenza sanitaria i soccorsi di persona sono stati ben 87, oltre a 35 interventi mirati per il Covid. Da gennaio gli incendi sono stati 132, gli interventi per incidenti stradali 36 e per caduta alberi 46. «La giovane età di Moriggi è sicuramente un valore aggiunto – sottolinea il comandante provinciale Turturici –, avendo già dimostrato negli anni un forte spirito di servizio. Ora, grazie alla passione sua e di chi lo affianca, saprà fare ancora meglio, in un territorio delicato e che registra un numero sempre elevato di interventi».