Cologno festeggia il cardinale Pizzaballa: il saluto ai concittadini e poi vola a Gerusalemme
LA FESTA. Una giornata di festa è il regalo di Cologno al Serio al suo concittadino Pierbattista Pizzaballa. «Lacerato dalle violenze in Terra Santa». Cancellati gli impegni, il Patriarca oggi rientrerà a Gerusalemme.
Grande festa a Cologno per il Cardinale Pierbattista Pizzaballa: la comunità ha vissuto momenti intensi di gioia e devozione nella giornata di domenica 8 ottobre. Nella Messa mattutina non poteva mancare un riferimento ai violenti scontri in Israele e nella striscia di Gaza: «Vorrei voltare pagina e scrivere qualcosa di bello per questa terra. Tante realtà creano occasioni di incontro, ma non hanno voce». Cancellati gli impegni, oggi ha fatto rientro a Gerusalemme.
«Sono contento di essere qui nel paese in cui sono cresciuto e nella chiesa in cui ho ricevuto il Battesimo - dice salutando le molte persone presente -, ma il mio cuore è lacerato in queste ore di apprensione per quanto accade nella terra in cui vivo. Ho vissuto in quest’ultima settimana giorni di festa a Roma, a Bergamo e qui. Si preparavano anche le celebrazioni a Gerusalemme per il mio rientro ma ora viviamo una realtà drammatica, difficile e dolorosa».
«Essere cardinale – dice nell’omelia - significa essere voce della comunità e saperla ascoltare, non essendone solo un megafono, ma anche orientandola»
L’esplosione di violenza di sabato in Israele e nella Striscia di Gaza non lasciano tranquillo il suo animo, tanto da spingere il cardinale a rientrare il prima possibile a Gerusalemme, annullando tutti gli impegni fissati per i prossimi giorni nel suo paese natale.
Il cardinale Pizzaballa, cittadino onorario di Bergamo
La cerimonia sabato 7 ottobre nell’aula magna dell’Università in Sant’Agostino.
«Essere cardinale – dice nell’omelia - significa essere voce della comunità e saperla ascoltare, non essendone solo un megafono, ma anche orientandola. E’ una missione difficile nella nostra piccola comunità cristiana, ma oggi ancora più necessaria. Abbiamo visto l’odio profondo e radicato che cova dentro le popolazioni in cui si perde l’immagine della dignità umana. Siamo stati creati a immagine di Dio e questa immagine deve diventare espressione concreta e visibile del nostro modo di stare nel mondo e delle nostre relazioni. Il cristianesimo prima di essere una religione è uno stile di vita. Non è semplice ma è quello che siamo chiamati a ricordare».
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