«Ciao, sono Papa Francesco»
A mezzogiorno la carezza ad Andrea
A sorpresa il Pontefice ha telefonato al diciottenne di Caravaggio che gli aveva mandato una lettera. La mamma: «Ero a fare la spesa. Così ha richiamato».
«Pronto, sono Papa Francesco». Nella mattinata di mercoledì 29 aprile Maria Teresa Baruffi, impiegata di Caravaggio, era a far la spesa al supermercato, quando ha ricevuto questa telefonata. Era il Santo Padre, che voleva parlare con suo figlio Andrea, ragazzo diversamente abile con tratti autistici, 18 anni, che ha una venerazione per il Papa. Come regalo per i vari compleanni, si è fatto confezionare abiti talari e stole, e poi si diletta a costruire calici, patene e tovagliette. Attentissimo, ad Andrea Pirotta non è sfuggita la frase «Scambiatevi un segno di pace» che Francesco è solito pronunciare durante la Messa. In tempi di coronavirus però nemmeno al cospetto del Signore ci si può dare la mano, come si faceva prima. Così il giovane ha pensato bene di farlo notare al Santo Padre, inviandogli una lettera (scritta con il metodo della comunicazione aumentativa alternativa) nella quale gli ha chiesto anche di poter ricevere in regalo da lui una papalina. E arriviamo a ieri.
«Ho riconosciuto la voce»
«Ero in fila al supermercato per fare la spesa –racconta Maria Teresa – quando, alle 10,55 mi è suonato il telefono. Sul display è apparsa la dicitura numero privato. Ho risposto. Era Papa Francesco. Oddio, mi sono detta. Non ho pensato a uno scherzo perché mi sono ricordata che nella lettera avevo lasciato il mio numero di cellulare e che forse il Papa si era ricordato di noi ma soprattutto perché ho riconosciuto la sua voce, inconfondibile. Inoltre, nella Messa delle 7 di mercoledì, trasmessa in tv, lui aveva detto di aver ricevuto, il giorno prima una lettera di un ragazzo di Caravaggio, di nome Andrea, che gli raccomandava di non pronunciare la frase “la pace sia con voi” perché con la pandemia noi non possiamo toccarci (il riferimento del Santo Padre era alla concretezza delle lettere dei bambini e dei ragazzi alla libertà che loro hanno di dire le cose come sono, proprio come dovremmo fare noi con il Signore, ndr). Emozionatissima, ho spiegato al pontefice dove mi trovavo, scusandomi del fatto che Andrea non fosse con me in quel momento. Lui mi ha risposto che non c’erano problemi e che mi avrebbe richiamato. Così, ho fatto la spesa in fretta e furia, sono tornata a casa ed ho raccontato della telefonata a tutta la famiglia. Alle 12,15 è squillato il telefono: era di nuovo Papa Francesco».
A quell’ora erano tutti in casa. Il cuore di ognuno batteva forte. Papa Francesco e un felicissimo Andrea si sono salutati, con quest’ultimo che ha inviato un bacio al Santo Padre, gesto che ha ripetuto anche poco dopo. «Ciao Andrea – ha esordito Francesco – sono contento della lettera che mi hai inviato. Tu vai avanti. Quanti siete a casa? Tre maschi e una mamma». Poi la spiegazione sul segno della pace. «Andrea – ha proseguito il Papa –, io nella Messa dico alla gente che si dia il segno della pace, ma non si tocca. Si salutano con la testa, un piccolo segno». «Mi è piaciuto tanto quello che Andrea ha detto –ha proseguito Papa Bergoglio rivolgendosi a Maria Teresa – perché si vede che lui è molto interessato a queste cose. Vi dò la benedizione e vi invierò la papalina».
La notizia della telefonata dal Vaticano sta facendo il giro di Caravaggio dove Andrea e sua mamma sono molto conosciuti. Maria Teresa Baruffi è infatti presidente della locale associazione Gloria, nata nel 2011 per gestire progetti per bambini diversamente abili che frequentano le scuole dell’obbligo caravaggine (nella fattispecie l’acquaticità presso la piscina locale e l’ippoterapia alla scuderia Candiana di Fornovo) e che di recente ha donato al Comune di Caravaggio, per i bisognosi, i cinquemila euro inizialmente destinati a questi due progetti, interrotti dall’emergenza Covid-19.
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