Chiara, una vittoria oltre le barriere dell’autismo
COLOGNO. La bambina fino al 2021 faticava a comunicare oggi, 8 anni, grazie alla terapia avviata a Romano si relaziona con la madre e i compagni di scuola.
Chiara (nome di fantasia) ha 8 anni, frequenta la primaria di Cologno al Serio, dove risiede con la mamma Anna Maria dal 2021. Alla domanda: «Ti piace andare a scuola e stare con gli altri bambini?» è immediato il suo «Sì». E si legge la gioia negli occhi di mamma Anna Maria. Perché per Chiara, romena nata a Cremona, da quando si è trasferita nella Bergamasca è iniziata una nuova vita, insieme alla mamma.
La sindrome dello spettro autistico la faceva vivere ingabbiata in un mondo suo, ingestibile per la madre, che soffriva il disagio di non potersi relazionare con la sua unica figlia. Prima di avviare la terapia allo Spazio Autismo di Romano, Chiara non parlava ancora e si capiva poco. Ora, pur non parlando sempre correttamente, si fa capire bene. Anna Maria dice di credere molto nella terapia intrapresa a Romano perché qui ha visto fiorire la sua Chiara.
«Aveva crisi, da quando era piccola ne soffriva; quando ci siamo trasferite era in quella fase – racconta in un buon italiano, imparato in pochi anni -. Non si riusciva a comunicare con lei, non giocava con i bambini, in classe non stava con gli altri». «Io non sapevo come fare – ammette Anna Maria -. Qui ho trovato l’aiuto per capire le sue crisi. Ho iniziato a usare la comunicazione aumentativa e ho imparato a comprenderla».
La psicologa Milena Adobati, responsabile del servizio disabili di Solidalia, chiarisce che Anna Maria, dicendo «ho imparato» riassume il programma Teachh (programma educativo-abilitativo per bambini con autismo e disabilità della comunicazione) praticato nello spazio autismo. L’approccio prevede la presa in carico globale delle persone con autismo o con disturbi della comunicazione. Per globale s’intende «che a casa e a scuola si prosegue ciò che s’impara allo spazio autismo: è fondamentale il coinvolgimento della famiglia. Il principio è che il contesto si costruisca attorno al disturbo, per adattarsi alle esigenze del bambino, non viceversa».
Che cosa è il servizio Spazio Autismo
Spazio autismo è un servizio educativo-abilitativo e titolare del servizio è ASC Solidalia che ha affidato la gestione alla cooperativa Itaca. «Itaca ha formato un’equipe di educatori secondo il programma Teacch e il metodo Snoezelen» spiega Adobati. L’azienda Solidalia finanzia il servizio con una compartecipazione al costo da parte della famiglia su base Isee: «Ciò permette – precisa Adobati - insieme alla misura del case management, di offrire terapie e consulenze a molte famiglie, in alternativa al privato». Anna Maria racconta quanto l’aver appreso il funzionamento sensoriale l’abbia avvicinata a Chiara: «Ho capito che le sue grida al passaggio di una moto non sono capricci. Ora andiamo al parco, ascolta le regole, partecipa ai compleanni». È Chiara che ha chiesto di organizzare una festa, il 10 novembre, per il suo compleanno: «È stata un successo – dice la mamma -. Abbiamo invitato 14 bambini, sono arrivati in 19; tutti chiedevano di poter venire».
Che Chiara sia riuscita a intrattenersi con tutti è frutto del lavoro in rete. Inoltre ha un buon livello cognitivo e a scuola riesce a gestirsi con i compagni. «Lavoro con Chiara interfacciandomi con scuola, famiglia e servizi sociali – dichiara l’educatrice di Itaca, Laura Della Bassa – e i suoi progressi sono per noi una grande soddisfazione».
Il lavoro di rete è consentito dalla misura del «case management» finanziata dalla Regione, che permette d’attivare consulenze alla scuola, alla famiglia, ai servizi che hanno in carico la persona e di organizzare gruppi di auto mutuo aiuto.
«Itaca ha un neuropsichiatra che gestisce e supporta i gruppi – spiega Adobati - qui si condividono esperienze e strategie, s’impara dallo specialista e dalla mamma che vive la tale esperienza, sentendosi meno soli». Da aprile 2022, lo spazio autismo ha la stanza sensoriale, dove si lavora sulla compensazione e il riequilibrio: «Stiamo diffondendo questo approccio tra insegnanti e famiglie per far comprendere che i piccoli non devono arrivare al sovraccarico – spiegano Milena e Laura -; riequilibrandoli, si può recuperare prima e tornare a lavorare. Una sensibilità a certi rumori, a certi stimoli visivi per loro è motivo di dolore». Quindi un’amaca, la stanza degli abbracci, le fibre ottiche sono strumenti utili al riequilibrio. «Delle scuole si sono già attrezzate, altre, per carenza di risorse propongono materiali per le stimolazioni comunque efficaci» precisa Laura.Chiara ha scoperto anche la ginnastica artistica. «La pratica una volta la settimana, senza educatrice, insieme agli altri bambini» dice la mamma sorridendo e abbracciandola con lo sguardo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA