Brebemi, stangata sui pedaggi: più 12%

L’A35. Rincari in vigore dall’8 agosto per tutti i tipi di veicoli: da Treviglio a Romano si passa da 3,7 a 4,1 euro. La società: il ministero ha dato esecuzione a due sentenze del Tar, recepiti gli aumenti tariffari del 2022-’23.

L’autostrada Brebemi A35 alza il pedaggio del 12%. Una stangata per gli automobilisti e i camionisti che la percorrono: l’aumento, infatti, già in vigore dall’8 agosto, riguarda l’intera tratta e tutti i tipi di veicoli. Per capire l’ordine dell’aumento, basta dire che il pedaggio per coprire la breve tratta fra Treviglio a Romano è passato da 3,7 euro a 4,10. Per raggiungere invece il casello di Chiari ovest, quindi il Bresciano, non si paga più 6,8 euro bensì 7,7 euro (queste tariffe fanno riferimento ai veicoli in classe A e, quindi, ad auto e moto).

E non c’è possibilità di risparmiare, fatto salvo per chi viaggia a elettricità o metano liquido. Brebemi, infatti, dal 2023 non conferma più lo sconto del 20% introdotto diversi anni fa a favore dei possessori di Telepass che percorrevano l’autostrada. Rimane in vigore solo quello del 30% per i veicoli full electric e i camion che viaggiano a Lng. Ma come si è arrivati all’aumento del pedaggio del 12%? L’ultima crescita del costo per viaggiare sulla direttissima Brescia-Milano via Bergamasca era stato del 2,3% (arrivando in alcune tratte anche al 2,8%) ed era scattato nel non lontano gennaio 2024.

Due sentenze del Tar

Il motivo dell’ulteriore balzo in avanti del 12% è dovuto a due pronunciamenti del Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio a favore della concessionaria stradale. Nel 2021 Brebemi aveva presentato al ministero delle Infrastrutture la richiesta di incrementare per il 2022 le proprie tariffe del 4,49%. Ne era seguito un rifiuto a fronte del fatto la società non aveva ancora il nuovo Pef (Piano economico finanziario). Il fondamento normativo del diniego era stato che il decreto Milleproroghe del 2019 prevedeva il congelamento dei pedaggi per le concessionarie autostradali prive di un Pef in vigore. La situazione si era ripetuta l’anno successivo, quando Brebemi si era vista dire no anche l’adeguamento tariffario, superiore al 7%, richiesto per il 2023. Contro entrambi i dinieghi l’A35 aveva presentato ricorso e ora, come detto, il Tar del Lazio le ha dato ragione a fronte del fatto che, all’entrata in vigore del Milleproroghe, il suo Pef era ancora vigente e scadeva il 31 dicembre del 2020. Con la loro sentenza i giudici amministrativi hanno, quindi, di fatto dato il via libera all’aumento in blocco del 12% (12,11% per esattezza).

«Recepiti gli aumenti 2022 e 2023»

«L’adeguamento tariffario che è stato autorizzato sulla tratta di A35 Brebemi – fa sapere l’A35 – recepisce gli aumenti tariffari relativi agli anni 2022 e 2023 già previsti dal contratto di concessione che prevedono, tra l’altro, anche il recupero dell’inflazione. La variazione tariffaria è stata deliberata con decreto emanato dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministero dell’Economia a seguito di due sentenze del Tar del Lazio che hanno accolto i ricorsi presentati da Brebemi. L’incremento tariffario solo ora riconosciuto è dovuto e coerente con le previsioni del Piano economico e finanziario di concessione».

Quanto questo aumento sarà «digerito» dagli utenti dell’autostrada lo si potrà probabilmente già vedere con i dati di traffico del mese di settembre quando riprenderanno tutte le attività. Dati che a luglio erano ancora in crescita, confermando un trend positivo che va avanti dall’inizio dell’anno. La circolazione dei veicoli leggeri dal gennaio 2024 è cresciuta del 4,6% (passando da 239 a 250 milioni di chilometri percorsi). Quella dei mezzi pesanti del 5,3% (passando da 105 milioni di chilometri percorsi a 111) per una media, quindi, del 4,8%. Per l’A35 ci sono anche buone notizie sul fronte prettamente finanziario: la società di rating «Morningstar» ha comunicato che il trend della concessionaria è cambiato da negativo a stabile.

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