Bergamo, 211 casi ogni 100 mila abitanti
La curva comincia a frenare - Tutti i dati
Tra l’8 e il 14 marzo incidenza su del 7,7% contro il 20,2% dei 7 giorni precedenti. Stazionari i ricoveri ma non tutte le strutture hanno aggiornato i dati.
È la metafora dell’onda, inesorabile. La mareggiata epidemiologica innescatasi a inizio febbraio s’è abbattuta a riva con tutta la sua forza lasciando alle spalle proprio nei giorni scorsi i numeri più pesanti, paragonabili alla tempesta di novembre e a Bergamo anche superiori. Ora l’onda è destinata a proseguire la corsa sulla battigia ancora per qualche metro, con l’attesa che tra poco inizi a ritrarsi.
Lo indicano le cifre: la curva dell’incidenza – l’indicatore che «spalma» i contagi in base alla popolazione – adesso cresce a velocità minore. Negli ultimi sette giorni (8-14 marzo) in Bergamasca si sono contati 211 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, con un incremento del 7,7% rispetto ai 196 del periodo 1-7 marzo. Tra 1 e 7 marzo, viceversa, l’incidenza era cresciuta del 20,2% sulla settimana precedente; prima ancora, 22-28 febbraio, la crescita era stata del 58,3% rispetto al 15-21 febbraio. Nel gioco a ritroso, si ritrovano poi aumenti del 17%, 60%, 14,6% e 4,4%, ed è tra 24-31 gennaio che si individua la miccia dei focolai che si sono poi allargati; è lì che s’è invertita la curva, perché ancora prima, cioè tra 18-24 febbraio, l’incidenza era ancora in discesa, a quota 46, valori da zona bianca.
La «bussola» dell’incidenza
La sintesi di questo vortice di numeri è che la crescita di questo parametro – non un indicatore a caso, ma quello che ormai Cts e governo hanno assunto come bussola immediata per prendere le contromisure – nella settimana appena conclusa è stata di circa un terzo rispetto all’incremento osservato nella precedente. Per poter dire che la burrasca inizia a terminare, bisognerà però attendere che l’incidenza diminuisca.
Il rallentamento dell’incidenza si osserva anche su scala regionale: l’indicatore in quest’ultima settimana è salito a 330 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, 7,1% in più rispetto alla settimana 1-7 marzo; nelle settimane precedenti, invece, la progressione era stata scandita da un trend altalenante, andando a ritroso: 46,3%, 19,1%, 19,3%, -10,2%, 12,4%, -24,7%. Tra le 14 regioni che nell’ultima settimana hanno mostrato ancora una crescita, la Lombardia è quella con l’aumento più contenuto dopo Campania (+4,5%), Toscana (+3,8%) ed Emilia-Romagna (+3,6%). Se si vanno a sezionare i territori lombardi, c’è una buona notizia: nella provincia di Brescia l’incidenza è calata del 12% negli ultimi sette giorni; il Bresciano aveva superato la soglia dei 250 casi ogni 100 mila abitanti già nel periodo 8-14 febbraio, ma non c’erano automatismi sulle misure di contenimento e la decisione di mettere in arancio rinforzato quel territorio venne presa dalla Regione con decorrenza dal 23 febbraio. Oggi Bergamo mantiene ancora l’incidenza più bassa tra tutte le aree della Lombardia, anzi è l’unica sotto quota 250.
Il report giornaliero
Il bilancio dei contagi di ieri restituisce tra l’altro un po’ di respiro. I nuovi casi in provincia di Bergamo sono stati 276, dopo gli ultimi due giorni al di sopra dei 400; in tutta la Lombardia sono state diagnosticate 4.334 infezioni su 45.013 tamponi, per un tasso di positività al 9,63%. Il Milanese (1.231) e il Bresciano (1.048) si confermano sui valori più alti, e forte è la pressione del virus anche su Monza (517). I decessi sono stati 71: tre di questi in provincia di Bergamo, e ben 16 nel Bresciano. Sul fronte degli ospedali, la situazione resta seria; ieri si è registrato un calo minimo, di un’unità, nel totale dei pazienti Covid in Bergamasca, senza però gli aggiornamenti di due strutture. I ricoverati sono così ora 620 (-1, appunto), di cui 59 nelle terapie intensive (+4); in Lombardia la situazione preme soprattutto sulle terapie intensive, dove i malati sono ora 714 (20 in più in 24 ore), mentre nei reparti ordinari si è saliti a 6.077 (9 in più).
Sono 163 i posti letto occupati al «Papa Giovanni» (10 in più), di cui 34 in terapia intensiva. Calano invece i ricoverati negli ospedali dell’Asst Bergamo Est, da 144 a 129 (-15), in particolare per dimissioni e trasferimenti in reparti subacuti; ora i pazienti sono 44 a Seriate (8 in terapia intensiva), 19 ad Alzano, 18 a Piario, 30 a Lovere, 20 a Gazzaniga. La pressione sulle rianimazioni di tutta la Bergamasca ha tra l’altro reso necessario, sabato sera, il trasferimento in elicottero di un paziente con rottura di un aneurisma dall’ospedale di Piario verso il San Raffaele di Milano. Al Policlinico San Marco i ricoverati sono 92 (4 in più), di cui 6 in terapia intensiva; 3 i posti letto di terapia intensiva occupati al Policlinico San Marco (invariati). Ancora 29 i ricoverati all’Istituto Palazzolo, in città, stabili anche i 14 dell’Istituto clinico Quarenghi a San Pellegrino. Erano 52 sabato i pazienti all’Humanitas Gavazzeni, di cui 8 in terapia intensiva, e 138 venerdì all’Asst Bergamo Ovest (83 a Treviglio, 55 a Romano); da oggi, la Casa di cura San Francesco mette a disposizione 15 posti letto Covid.
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