Antica osteria «Gerri» a Cortenuova, da quattro generazioni una guida solo al femminile
La storia. La trattoria è sempre rimasta aperta dai primi del Novecento: ha attraversato la guerra, le malattie ma la passione per la ristorazione è sempre proseguita grazie alle donne.
In un periodo in cui molte attività di ristorazione storiche, nella Bassa bergamasca e non solo, hanno deciso di abbassare le saracinesche, a Cortenuova grazie alla tenacia femminile, l’antica osteria della famiglia Gerri ha aperto una serie di sfide che guardano al futuro. Ma prima di raccontare l’attualità è necessario dare uno sguardo alle origini, per scoprire che il perno delle quattro generazioni che hanno portato a ciò che è oggi l’osteria, sono state le figure femminili.
A partire da Maria Venturelli che con il marito Bortolo Casari a cavallo fra il 1800 ed il 1900 hanno dato inizio all’attività. Non solo, Maria Venturelli anticipando ciò che oggi viene definito «catering», in occasione dei matrimoni che venivano festeggiati nelle cascine della Bassa, organizzava dei veri e propri banchetti direttamente a casa degli sposi, utilizzando quei prodotti tipici della pianura, e che si trovano anche nei racconti del film di Ermanno Olmi «L’albero degli zoccoli» le cui registrazioni hanno avuto come ambientazione anche Cortenuova.
Nei primi decenni del Novecento tocca alla figlia di Maria Venturelli, Ida Casari, portare avanti l’attività, introducendo, appena prima della guerra, l’idea di trasformare l’osteria in una vera e propria trattoria con i piatti tradizionali della pianura: lepre in salmì, lumache, rane, la rielaborazione della casòla ed i bolliti. Così, nonostante la guerra, l’attività non è mai stata interrotta, divenendo punto di riferimento per i paesi confinanti. Dopo il periodo buio del conflitto bellico, accanto all’osteria vennero realizzati i campi da bocce ed anche una pista da ballo, dove in alcune serate venivano a suonare dal vivo alcuni complessi di liscio.
Poco dopo quegli anni toccò alla primogenita di Ida Casari, Enrica Gerri (Rica) iniziare il passaggio generazionale dell’attività che ha condotto ininterrottamente sino a 8 anni fa, affiancata dalla sorella Marilena. E proprio con Marilena inizia una bella storia di solidarietà familiare: «Avevo terminato il liceo per fare poi Medicina che ho abbandonato quando nostra madre si ammalò. L’ho seguita sino alla fine e ho aiutato nell’attività mia sorella Enrica». Ed arriviamo ai giorni nostri: adesso a portare avanti la tradizione sono le figlie di Rica, Ilaria Tacconi e di Marilena, Elisabetta Uberti. Quest’ultima ha fatto una scelta radicale cinque anni fa: terminati gli studi universitari in Giurisprudenza ha deciso insieme alla cugina di rilanciare l’attività storica, occupandosi della cucina. Con orgoglio Elisabetta dice: «Ho seguito un corso presso un’importante scuola di cucina e mettendoci delle idee nuove, con immenso impegno e lavoro abbiamo iniziato una graduale rivoluzione, rispettando comunque le tradizioni». E mostrando con orgoglio l’area esterna completamente rinnovata dice: «C’è molto da fare, non sarà facile, ma ce la stiamo mettendo tutta ed i risultati si stanno già vedendo».
Qui lo staff è tutto al femminile, Ilaria accoglie i clienti con il sorriso ed una grande capacità di gestire il personale di sala. Fra le due cugine vi è un ottimo rapporto grazie alla suddivisione dei compiti. Il tutto sempre sotto l’occhio vigile delle due madri. E sfogliando alcune foto in bianco e nero in cui veniva ritratta accanto al jukebox, Marilena ricorda che in quegli anni le ragazze richiamate dalla musica, per non farsi scoprire dalle madri, grazie alla complicità di alcune «vedette» venivano avvertite in tempo per dileguarsi. Altri tempi: le protagoniste qui sono sempre state le inossidabili donne della Bassa Bergamasca, grandi lavoratrici, innovatrici e con una grande capacità di intuizione per il futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA