Allarme nutrie a Caravaggio: i tunnel minacciano l’edicola di San Bartolomeo

Caravaggio. A rischio la stabilità dell’edificio religioso del 17° secolo a causa dei tunnel scavati dagli animali. Via alla raccolta fondi.

L’edicola campestre di San Bartolomeo di Caravaggio è in pericolo a causa delle nutrie. Il piccolo edificio religioso, costruito originariamente nel 17° secolo sul campo dove sono stati seppelliti numerosi caravaggini morti per l’epidemia di peste che nel 1600 ha flagellato l’Europa, si trova fra i campi della cosiddetta contrada di via Valle. Purtroppo è stato eretto vicino a un canale irriguo, habitat ideale delle nutrie: i roditori infatti hanno scavato una serie di tunnel sotto l’oratorio, minandone così la stabilità, tanto che è stato necessario puntellarne la struttura.

Comune, associazioni e parrocchia

«Purtroppo l’intervento non è risultato sufficiente – spiega il sindaco Claudio Bolandrini – e il motivo è che le nutrie hanno iniziato a scavare pure sotto le basi delle putrelle che sono state installate». Da qui la decisione del Comune in collaborazione con il gruppo Alpini del paese, l’Associazione nazionale carabinieri in congedo, gli agricoltori del territorio e la Bcc Caravaggio, Adda e Cremasca di lanciare una raccolta fondi da versare alla parrocchia: lo scopo è finanziare un intervento di restauro dell’edificio, la cui struttura versa, anche per quanto riguarda gli intonaci, in un cattivo stato di conservazione. L’iniziativa è stata annunciata dal presidente del Consiglio comunale Carlo Mangoni il 24 agosto, giorno di San Bartolomeo, al termine della Messa celebrata proprio di fronte all’edificio. In merito, il parroco, monsignor Giansante Fusar Imperatore, sottolinea l’importanza di tutelare un edificio che ha una doppia valenza storica e religiosa. A questo scopo si sta predisponendo un preventivo per mettere l’edicola in sicurezza.

Affreschi e bassorilievo

In passato, nella contrada di via Valle, era una tradizione organizzare il giorno di San Bartolomeo un momento religioso, rappresentato dalla Messa, seguito da un piccolo rinfresco lungo la strada,che veniva chiusa al traffico per l’occasione. Ora questa tradizione popolare e religiosa è in fase di ripristino. Il restauro a cui l’edicola campestre di San Bartolomeo verrà sottoposta, se la raccolta fondi andrà a buon fine, dovrà tenere conto anche delle opere artistiche che si trovano al suo interno.Originariamente sulle pareti dell’edificio erano rappresentati con affreschi gli episodi principali della vita del santo ed era presente anche una tela, sopra l’altare, che raffigurava la Vergine col bambino e i santi Bartolomeo e Paolo. Oggi al suo interno si può vedere esclusivamente una scultura in bassorilievo rappresentante il martirio di San Bartolomeo dello scultore Giacomo Crippa. C’è anche una scritta in cui si legge che i caravaggini morti di peste e seppelliti nel campo vicino sono 3.666, dato che però non corrisponderebbe alla realtà. Sempre secondo la memoria storica locale sarebbero infatti circa 1.500.

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