Accolta l’istanza, il «Bolgia» riapre cinque giorni prima
OSIO SOPRA. Il locale chiuso dopo una lite: sabato 23 marzo in pista. Vecchi: è stato compreso che la sicurezza è obiettivo comune.
Riapre con cinque giorni di anticipo, dunque sabato notte (a mezzanotte in punto), la discoteca «Bolgia» di Osio Sopra. La Questura ha infatti accolto un’istanza in autotutela presentata dal legale rappresentante Tonino Vecchi contro la decisione di sospendere la licenza per 15 giorni al locale come conseguenza di un litigio avvenuto la notte del 18 febbraio scorso.
«Nell’istanza abbiamo evidenziato come la sicurezza sia un obiettivo comune e riportato tutto quello che la nostra società organizza da anni per fare in modo che il “Bolgia” sia un locale sicuro e quello che intendiamo fare anche in futuro sempre su questo fronte. Vogliamo ringraziare la Questura per aver accolto l’istanza e per la possibilità di riaprire in anticipo: abbiamo scelto la strada del dialogo, sottolineando l’importanza della sicurezza». Sabato notte, dunque, si torna in pista: ospite sarà il performer internazionale Oguz.
Contemporaneamente al «Bolgia», giovedì scorso era stato notificato un analogo provvedimento di sospensione temporanea della licenza per motivi di ordine pubblico (come previsto dall’articolo 100 del Tulps, il Testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza) anche a un’altra nota discoteca bergamasca, il «Setai» di Orio al Serio: in questo caso, però, il provvedimento – scattato a seguito dell’evacuazione del locale, la notte dell’Epifania, dopo che qualcuno aveva spruzzato dello spray urticante in sala – era limitato a 10 giorni. Dunque di fatto il «Setai» potrà riaprire esattamente come il Bolgia, da mezzanotte di sabato.
I due provvedimenti di chiusura temporanea erano stati richiesti dai carabinieri delle compagnie di Treviglio (per il «Bolgia») e di Bergamo (per il «Setai») proprio a seguito dei due episodi contestati. Formalmente la sospensione della licenza viene poi eseguita tramite un provvedimento siglato dal questore. Motivo per cui sempre in questura è stata inviata l’istanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA