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Mercoledì 08 Gennaio 2025
Dall’IA-taliano al boppone, le parole «nuove» che hanno segnato il 2024
LA RECENSIONE. Il Libro dell’Anno Treccani registra i neologismi divenuti d’uso corrente. Termini presi dall’inglese come brat e dissing, il latinesco del barattellum dai lavori parlamentari. Tra le curiosità il fuffa guru e vacansia.
Il passaggio di testimone tra un anno e l’altro è l’occasione per stilare bilanci. Tra le tante voci nelle quali si tirano le somme si trova anche la lingua italiana. Sì una lingua viva, parlata, che si rinnova ogni giorno. Un processo ben noto ai linguisti e in particolare a quelli che collaborano al Libro dell’Anno: un compendio dei termini che sono entrati a far parte del linguaggio comune, neologismi partiti dal basso o filtrati dall’alto per poi depositarsi sulle pagine dei giornali, in televisione e, soprattutto, nelle conversazioni quotidiane, dal tam tam incessante dei social media alle chiacchiere al mercato.
Le fonti? Politici, vip, fatti di cronaca e ovviamente la gigantesca spugna della comunicazione globale rappresentata da internet. «Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole – spiegano da Treccani – e nel Libro dell’Anno Treccani 2024 ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana».
Nelle novità segnalate si possono distinguere tre gruppi: i neologismi derivati dall’inglese, quelli di area politica o istituzionale e infine il calderone ribollente dell’attualità.
Gli inglesismi
Iniziamo dai inglesismi più usati: l’alcolock, il dispositivo montato sull’auto che rileva il tasso alcolico e impedisce la partenza, e di sicuro è stato parecchio nominato in questi giorni di feste e brindisi. La parola «crush» non è certo nata l’anno scorso, nello slang anglosassone corrisponde alla nostra «cotta», un’infatuazione verso a persone o cose. Il «brat» sdoganato durante la campagna presidenziale di Kamala Harris - ma già ampiamente in uso in ambiente musicale - si riferisce ad un «ragazzaccio», ossia atteggiamenti fuori dagli schemi, irriverenti. Sempre dalla musica arriva il dissing: un brano dal testo canzonatorio o con veri e propri insulti nei confronti di uno o più personaggi. Ma l’uso si è esteso dalla confezione musicale a quella della critica a ruota libera.
Tecno definizioni
A metà tra inglese e tecnologia sta il termine IA-taliano che Treccani spiega: «indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa». Insomma una variante artificiale dell’italiano che è facile immaginare prenderà sempre più piede. Così come la sigla «5.0» che è un indicatore di sviluppo, abbinato all’innovazione tecnologica e quindi con un prevedibile sviluppo progressivo. La Swft economy, che fotografa l’abilità imprenditoriale della cantante Taylor Swift, è abbinata alle sue fortune. Il suffisso invece può attraccare nei porti di altri vip dai conti a sei/sette zeri.
Il politichese
Guardando al pianeta della politica furoreggia «l’autonomia differenziata», un discreto leitmotiv del dibattito parlamentare sulle riforme. Il termine si specchia con lo spacca-Italia, che paventa provvedimenti legislativi destinati a innescare divisioni e diseguaglianze pericolose. Lo ius scholae - siamo però nel campo delle proposte, come lo ius culturae - si inserisce nel confronto sull’acquisizione della cittadinanza da parte di minori nati da genitori stranieri.
Dalla cronaca corrente, e quindi di incerta permanenza, proviene il pandoro-gate, innescato dal caso dell’influencer Chiara Ferragni, ma modulabile in altri contesti di contenuto scandalistico. Va detto che prende origine dal caso «Watergate», che portò alle clamorose dimissioni del presidente Usa Richard Nixon nel 1974
Da un latino scolastico ad un latinorum da film di Totò come barattellum: modalità non belligerante di schieramenti politici opposti per far passare in Parlamento le reciproche proposte. Alla sfera delle polemiche dichiarate vanno assegnati Telemeloni, Totismo (dall’ex governatore della Liguria Giovanni Toti) e vannacciano (dal militare e politico leghista Roberto Vannacci).
Dalla cronaca corrente, e quindi di incerta permanenza, proviene il pandoro-gate, innescato dal caso dell’influencer Chiara Ferragni, ma modulabile in altri contesti di contenuto scandalistico. Va detto che prende origine dal caso «Watergate», che portò alle clamorose dimissioni del presidente Usa Richard Nixon nel 1974.
Arciterrorista, razzismo immobiliare, trappola al miele o agrobiodiversità, hanno un’aria un po’ artificiosa di etichette assemblate velocemente per l’occasione, che non sembrano destinate a lasciare il segno.
Gastronomia e invenzioni
Simpatico lo sdigiunino, lo snack smorza fame coniato dallo chef Giorgione, ma potrebbe essere presto azzannato da un altro termine più calzante. Così come la traballante trenopolitana, che designa le magnifiche sorti di una mobilità nazionale auspicata, ma puntualmente posposta nel futuro. Il giovanilistico boppone invece indica una canzone molto orecchiabile e rispetto ai «tormentoni» estivi può valere per tutte le quattro stagioni (inclusa la quinta Sanremese).
Nelle curiosità si rileva il ruspante fuffa guru, una traduzione nostrana del fake (ossia falso) guru; detto di figure che si propongono come esperti con lo scopo del raggiro. E poi c’è l’amichettismo, fresca denominazione della pratica delle conventicole, delle cerchie più o meno magiche e delle comunanze di interesse che finalizzano nomine, incarichi e agevolazioni. Insomma una variante dell’antico nepotismo, ma non necessariamente contrassegnato da parentele.
Vacansia il termine più azzeccato
Forse l’Oscar del termine più calzante nella pattuglia delle novità spetta a vacansia: parola di comprensione immediata. Chi non ha mai attraversato un periodo di distacco dalle opere quotidiane senza riuscire a rilassarsi? La vacansia è la nuova declinazione del logorio della vita moderna.
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